Società:
Nome :
Caterina
Cognome:
Ciuferri
Data di registrazione:
11/27/2013 4:59:27 PM
Descrizione contenuto:
1)Titolo dello spettacolo: “In principio era la danza – Danze e musica del folklore iraniano”
2)“GRUPPO DI DANZA TRADIZIONALE IRANIANA VAZHIK -Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, ma la Persia non è che una delle varie realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti.VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perché convinto che nella diversità si può trovare l’unità.La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine”.
3) Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, ma la Persia non è che una delle varie realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti.
VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perché convinto che nella diversità si può trovare l’unità.
La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine.
(Autore del testo e del titolo dello spettacolo: Dott.ssa Caterina CIUFERRI)
GRUPPO DI DANZA TRADIZIONALE IRANIANA VAZHIK
Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad. In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio.
La storia della danza dell’altopiano iraniano si può suddividere in tre periodi: il periodo primordiale, il periodo degli imperatori fino al dominio dell’Islam, e il periodo post islamico. Si tratta di danze che rievocano il lavoro, l’amore, il matrimonio, le feste dopo il trionfo, la danza per la caccia e molte altre, così come esistono un po’ in tutti i paesi del mondo.
Lo spettacolo di Vazhik che presenta nella libertà della democrazia italiana è teso ad introdurre il pubblico italiano alle atmosfere e alla cultura di varie regioni dell’Iran e si prefigge lo scopo di costruire un ponte con il Paese che ospita questa ensemble di danzatori iraniani. Le coreografie a cura di Hadi Habibnejad hanno un file rouge che vedrete svilupparsi in balletti che riecheggiano movimenti coreutici alla base di tante culture indoeuropee, in uno spirito di fratellanza che serve a creare un milieu comune di totale integrazione a superamento di ogni differenza e divisione.
PROGRAMMA
- Bandari:
La danza Bandari è una danza che si sviluppa all’epoca della tratta degli schiavi, cioè quando i neri vennero condotti attraverso il mare nel sud dell'Iran (Golfo Persico). La parola " bandari " significa " gente del porto " e deriva dal vocabolo farsi “bandar”, cioè "porto" .
Per secoli la danza Bandari veniva ballata dai marinai, pescatori e operai del porto. Costoro, al termine della giornata lavorativa, si riunivano negli spiazzi aperti per allentare la tensione e la fatica del lavoro e per passare la serata in allegria. La musica è ritmica e ballabile ed è accompagnata dal dammam, lo strumento a percussione principale delle feste del Golfo Persico e in generale del sud dell’Iran, una sorta di tamburo ricoperto da una pelle di capra; mentre la danza rievoca i gesti e le operazioni della pesca.
Primo Intermezzo musicale di Hossein Mohammazadeh che si esibisce al dotar, strumento a due corde suonato nella regione Khorasan, la regione più grande del nord est dell’Iran. Questo strumento antico è fatto di legno di gelso con un manico di legno di albicocca o noce. Ne esistono di vari tipi e stasera ascolterete il suono del dotar di “Torbat e Jam”.Khorasani:
Una delle danze Khorasani si chiama Afar e rappresenta la coltivazione del grano in queste operazioni:
- Scelta della terra migliore. Mentre la mano sinistra si mette sul punto vita, la mano destra gira sopra della testa a significare che l’energia promana da Dio.
- Semina: i ballerini, con i costumi coordinati, simulano con la danza la semina della terra.
- Aratura e copertura dei semi con la terra affinché gli uccelli non li mangino.
- Solcare la terra per consentire l’irrigazione del campo
- Preghiera a Dio affinché consenta una crescita veloce delle piante ed un raccolto puntuale.
- Attesa e sostegno alla coltura
- Mietitura del raccolto
- Il raccolto viene stivato. Le spighe vengono battute per separare il grano dalla pula
- Setaccio Il grano viene macinato
- Preparazione dell’impasto e cottura
- Adorazione a Dio. Si rappresenta ponendo le mani davanti al viso e sulla fronte
- Ringraziamento e gratitudine alla madre terra poggiando la mano sul suolo
- Festa e allegria per il raccolto. Questa è l’ultima forma in cui i ballerini si riuniscono in cerchio e lodano.
- Un’altra danza del Khorasan che verrà rappresentata si chiama ChoobBazi (danza del bastone) perché il bastone è la prima arma usata dagli uomini per difendersi, così come avviene nella storia di Rostam e Sohrab, due miti epici iraniani. Le figure rappresentano l’atto del cercare uno sfidante, cantare l’epica della battaglia, il gallo da combattimento, il volteggio detto di Mahmoudabadi.
- Secondo Intermezzo musicale di Hossein Mohammazadeh che si esibisce al tanbur, uno strumento tradizionale della regione che va dal Khorasan al Kurdistan , proprio per introdurre la seconda parte delle danze, sottolineando il passaggio dal nord est all’ovest dell’Iran. Il tanbur è uno strumento con tre corde: due corde in acciaio accordate ad intervalli di quinta, quarta, o di seconda. La corda superiore può a volte essere raddoppiata.
- Kurda:
La danza Kurda si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui, da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra. Si tratta di una danza epica in cui le figure erette e la grazia rappresentano l’integrità della gente kurda. Sia la danza che la musica consentono al popolo kurdo di rimanere unito.
Alcune delucidazioni:
- Il fazzoletto bianco significa pace e conciliazione tra tutte le etnie. - Battere il piede in terra significa “questa terra è la mia patria”.
- Terzo Intermezzo musicale di Hossein Mohammazadeh che si esibisce al liuto dotar in improvvisazioni, frutto della sua lunga esperienza di musicista di livello.
- Azera:
La vita del popolo dell’Azerbaigian iraniano è rintracciabile in questa danza. Si trattava di gente che viveva nelle città di montagna. Per questo i loro passi sono rapidi, sia per gli uomini che per le donne. In questo spettacolo il gruppo Vazhik racconta il dolore della perdita di Curoghlo, un mito importante per il popolo azero. Quando Curoghlo va alla ricerca dei briganti per combatterli, sua moglie viene informata della morte del marito ed ella si strugge di dolore per la grande perdita. Ma la notizia è infondata e, mentre lei danza il suo dolore, ritorna suo marito e festeggiano insieme il suo trionfo.
I passi e i movimenti della danza Azera sono molto simili ad alcune danze folkloriche dell’Italia centro-meridionale.
-l’Iran incontra l’Italia: questa coreografia unisce la danza iraniana e quella italiana, combinando queste due culture, distanti e solo apparentemente diverse, in una tarantella di colore.
-Gran finale- potpourri di tutte le danze presentate perché VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, vuol far conoscere questa pluralità, convinto che nella diversità si può trovare l’unità. La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine.
4) “DANZE E FOLKLORE IRANIANO”
Il progetto di VAZHIK:
uno strumento universale di comunicazione
Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”), ed ha programmato di esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
Delle sette arti, la danza è stata la prima arte sviluppata dall’uomo per comunicare in modo armonico ed efficace, al di là dell’espressione verbale e nonostante l’età degli individui che la praticano. Per questo la danza non è rappresentazione della realtà e della natura, ma ad essa si ispira e comunica in maniera universale, senza barriere di confini o di cultura. È pertanto un’arte astratta.
È risaputo che in Iran esiste una cultura millenaria che è la sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, dove persino l’imperatore Valeriano fu costretto alla sconfitta. Ma la Persia non è che una singola realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti. Nelle zone più fredde i movimenti della danza folklorica sono più rapidi e decisi, mentre nelle zone calde del paese i movimenti sono più lenti, morbidi e aggraziati.
Gli abitanti delle zone montane non ballano in coppia e generalmente si muovono in uno spazio limitato rispetto a quelli che vivono nelle zone pianeggianti; le loro danze sono caratterizzate da una gestualità più dinamica; mentre gli abitanti delle pianure generalmente danzano anche in coppia e coralmente.
Le danze e i giochi dai nomi diversi sono molto importanti nella storia della musica e dello spettacolo dell’Iran. I balli popolari raccontano sempre di storie legate alle attività lavorative, agli avvenimenti sociali o alle leggende locali.
In Iran, accanto alla danza folklorica, vi è la danza classica iraniana, una forma espressiva coreutica che risale a circa centocinquanta anni fa, vale a dire al tempo dei re Ghajar: è una danza che deriva dai balli Azari del nord ovest dell’Iran e veniva danzata dalle ragazze per il sovrano nel corso delle feste a corte.
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VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perchè convinto che nella diversità si può trovare l’unità e non solo nel proprio paese, bensì anche in Italia e in tutto il mondo, soprattutto in questa delicata congiuntura mondiale. Pertanto Il gruppo VAZHIK è teso a costruire un ponte con il resto dell’umanità e precipuamente con l’Italia, il paese in cui si è nato.
A tal fine ha deciso sin dall’inizio di includere nel proprio programma alcune danze italiane che ricordano nella gestualità e nei passi quelle popolari iraniane, come ad esempio la Sinfonia da ” L'Italiana in Algeri” di Gioacchino Rossini danzata a mo’ delle danze popolari del Meridione d’Italia.
La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine.
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Il gruppo VAZHIK – che all’inizio si era chiamato Danoush, cioè “immortale” - è composto di 8 elementi, tra uomini e donne. Si tratta di un collettivo in cui ognuno, oltre a danzare, segue un settore specifico di attività del gruppo sotto la guida del direttore artistico Hadi Habibnejad.
Il gruppo si è già esibito in Italia in varie circostanze, tra cui:
- (omissis)
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Il gruppo VAZHIK è stato più volte oggetto di riprese televisive e articoli di giornale.
Alcuni dei suoi video e recensioni sono visibili in Internet.
Dettagli dello spettacolo
Lo spettacolo che Vazhik intende proporre si compone di 10 danze, di cui 8 di folklore iraniano (Azera, Croughlu, Khorasani, Danza del bastone, Daf, Kurdì, 2 danze Bandarì), 1 di folklore italiano e il gran finale composto di elementi di tutte le precedenti danze con i danzatori che indossano i costumi delle varie regioni di provenienza. Sullo sfondo saranno proiettate immagini che descrivono le caratteristiche e le particolarità di ogni regione. Le musiche iraniane sono tutte della tradizione, saranno su base preregistrata con il Dotar (uno strumento musicale del nord est) e suonato dal vivo dal Maestro Hossein Mohammadzadeh.
5)
LA DANZA di TORBAT-E JAM
La danza di Torbat-e Jam – città del nord est dell’Iran - è nota per essere un ballo collettivo. I danzatori si pongono in circolo e cominciano a danzare, e in ogni fase di questa danza di gruppo rappresentano un momento della coltivazione e mietitura del grano, come la falciatura, la raccolta della messe, separare il grano dalla pula, il setacciare, la molitura con gesti saggi.
Per i ballerini è molto importante la sincronia dei movimenti e l’armonia delle forme all’interno del gruppo.
A Torbate Jam troviamo una delle più ricche culture musicali iraniane. Infatti la loro musica può essere per soli strumenti e musica cantata, ma sempre accompagnata da strumenti musicali folcloristici, come il DOTAR e il SORNA. Poi ci sono le danze cerimoniali e quelle tradizionali che raccontano i valori storici, sociali e culturali del luogo.
Le scale modali degli strumenti Sorna e Dohol caratterizzano i motivi e le danze delle cerimonie che spesso si svolgono nel corso di feste in allegria e giubilo.
KELAGH RAH (danza della cornacchia)
Questa danza si esegue generalmente prima della celebrazione del matrimonio e indica che lo sposalizio è imminente. In Iran il gracchiare della cornacchia è difatti portatore di novità.
ALLAH SAHAR(Dio e Alba)
È una delle scale modali detta ALLAH SAZ e si esegue con lo strumento SORNA.
LE DANZE RITUALI
I motivi e le danze locali non sono che il riflesso dalla storia e dell’evoluzione delle popolazioni indigene. Queste danze possono essere festose, epiche, spirituali e marziali.
Anche a Torbat-e Jam gli spettacoli cerimoniali che sono denominati “giochi” o danze sono assai varie. Le danze quali DOROUGHE e HEYHAMBE si sono perse e altre come GOLPATIKHAN sono sul punto di essere dimenticate.
ELEMENTI DELLE DANZE DI TORBAT-E JAM:
1-HATAN: significa “leone della selva e di montagna” ed è una danza di preparazione del corpo. Si tratta di una delle danze maggiormente eseguite nella regione del KHORASAN.
I movimenti Hatan sono sportivi e ricordano gesta eroiche. Si facevano per preparare il fisico e lo spirito.
I passi e i gesti sono ritmici, compreso il giro da destra a sinistra e viceversa e i salti che rappresentano l’attacco e il contrattacco eseguito da un minimo di 12 ad un massimo di 100 ballerini. Questi ultimi al termine con le braccia e le mani ringraziano la madre terra per la sua fecondità al suono del Sorna.
2-CHOOB BAZI: Questa danza è caratterizzata dal bastone di legno(Choob Bazi), primo strumento di difesa personale. Possono essere uno o due bastoni che rievocano l’epica di Rostam e Sohrab, due miti iraniani.
I passi vanno da 12 a 18 per rappresentare la sfida, l’attacco e il contrattacco, la fuga, il gallo da combattimento, il giro di Mahmudabadi.
3-MASHGH PILTAN (Mashgh=Sfilata militare, Piltan= uomini valorosi): Il tempo della dinastia degli Achemenidi e degli Arsacidi eccelleva nella preparazione del corpo dei militari che si esibivano al suono del SORNA che verrà poi sostituito dalla tromba nelle celebrazioni dei trionfi in battaglia.
4-SECHAKKE: Quasi dimenticata, questa danza racconta l’addio di due tribù.
5-GOLPATI KHAN: è il racconto di un pastore innamorato della figlia del capo di un villaggio e della discriminazione contro di lui a motivo della differenza di classe sociale. Il pastore viene ucciso con un pugnale dai fratelli della ragazza e con un canto di gola si accompagna questa danza del coltello.
6-HANAI(Henné): Racconta la festa di matrimonio. Nell’ultima notte in cui la ragazza rimane dai suoi genitori e all’indomani andrà da suo marito, le sue mani vengono tinte con l’henné. I familiari e gli amici e parenti degli sposi partecipano a questa festa e anche loro si tingono le mani di henné in segno di allegria. I convenuti portano poi i doni alla sposa. Questa danza la prima comincia con passi lenti e pesanti e termina con gesti che ricordano il momento della tintura. Si compone di 18 passi, sebbene alcuni non si eseguano più.
7-AFAR: Afar viene dal verbo AFARIDAN(Creare) che in questa zona si chiama agli altri nomi come “APAR,AFAR,LAPA. La fanno In due forme:coltura e tenuta e raccogliere del grano, e invece preparare i tappeti.
.
AFAR TESSERE DEL TAPPETO:
Questo costume comicia con la scelta della pecora per la tosatura.
-Tosare la pecora
-La filatura delli velli con il tosatore(che si chiama GELAK)
-Colorare i fili
-Costruire la macchina dall’intelaiatura(che si fa con la mano)
-Aprire i fili e preparare circolare
-Trecciare il tappeto con riempire DAM(a ogni infilata dicono DAM)
-Pettinata all’ordito
-Tagliare ed espletamento trecciare DAM(con lareplica di questo lavoro trecciare il tappeto finisce)
-Tagliare il tappeto
-Portere il tappeto a l mercato per vendere mentre lo mettono sulla spalla
-Tendere il tappeto per misurare
-Misurare
-Vendere
-Contare i soldi che ha lavorato per quanti mesi
-Pregare
-Festa e allegrezza
LA DANZA di TORBAT-E JAM
La danza di Torbat-e Jam – città del nord est dell’Iran - è nota per essere un ballo collettivo. I danzatori si pongono in circolo e cominciano a danzare, e in ogni fase di questa danza di gruppo rappresentano un momento della coltivazione e mietitura del grano, come la falciatura, la raccolta della messe, separare il grano dalla pula, il setacciare, la molitura con gesti saggi.
Per i ballerini è molto importante la sincronia dei movimenti e l’armonia delle forme all’interno del gruppo.
A Torbate Jam troviamo una delle più ricche culture musicali iraniane. Infatti la loro musica può essere per soli strumenti e musica cantata, ma sempre accompagnata da strumenti musicali folcloristici, come il DOTAR e il SORNA. Poi ci sono le danze cerimoniali e quelle tradizionali che raccontano i valori storici, sociali e culturali del luogo.
Le scale modali degli strumenti Sorna e Dohol caratterizzano i motivi e le danze delle cerimonie che spesso si svolgono nel corso di feste in allegria e giubilo.
KELAGH RAH (danza della cornacchia)
Questa danza si esegue generalmente prima della celebrazione del matrimonio e indica che lo sposalizio è imminente. In Iran il gracchiare della cornacchia è difatti portatore di novità.
ALLAH SAHAR(Dio e Alba)
È una delle scale modali detta ALLAH SAZ e si esegue con lo strumento SORNA.
LE DANZE RITUALI
I motivi e le danze locali non sono che il riflesso dalla storia e dell’evoluzione delle popolazioni indigene. Queste danze possono essere festose, epiche, spirituali e marziali.
Anche a Torbat-e Jam gli spettacoli cerimoniali che sono denominati “giochi” o danze sono assai varie. Le danze quali DOROUGHE e HEYHAMBE si sono perse e altre come GOLPATIKHAN sono sul punto di essere dimenticate.
ELEMENTI DELLE DANZE DI TORBAT-E JAM:
1-HATAN: significa “leone della selva e di montagna” ed è una danza di preparazione del corpo. Si tratta di una delle danze maggiormente eseguite nella regione del KHORASAN.
I movimenti Hatan sono sportivi e ricordano gesta eroiche. Si facevano per preparare il fisico e lo spirito.
I passi e i gesti sono ritmici, compreso il giro da destra a sinistra e viceversa e i salti che rappresentano l’attacco e il contrattacco eseguito da un minimo di 12 ad un massimo di 100 ballerini. Questi ultimi al termine con le braccia e le mani ringraziano la madre terra per la sua fecondità al suono del Sorna.
2-CHOOB BAZI: Questa danza è caratterizzata dal bastone di legno(Choob Bazi), primo strumento di difesa personale. Possono essere uno o due bastoni che rievocano l’epica di Rostam e Sohrab, due miti iraniani.
I passi vanno da 12 a 18 per rappresentare la sfida, l’attacco e il contrattacco, la fuga, il gallo da combattimento, il giro di Mahmudabadi.
3-MASHGH PILTAN (Mashgh=Sfilata militare, Piltan= uomini valorosi): Il tempo della dinastia degli Achemenidi e degli Arsacidi eccelleva nella preparazione del corpo dei militari che si esibivano al suono del SORNA che verrà poi sostituito dalla tromba nelle celebrazioni dei trionfi in battaglia.
4-SECHAKKE: Quasi dimenticata, questa danza racconta l’addio di due tribù.
5-GOLPATI KHAN: è il racconto di un pastore innamorato della figlia del capo di un villaggio e della discriminazione contro di lui a motivo della differenza di classe sociale. Il pastore viene ucciso con un pugnale dai fratelli della ragazza e con un canto di gola si accompagna questa danza del coltello.
6-HANAI(Henné): Racconta la festa di matrimonio. Nell’ultima notte in cui la ragazza rimane dai suoi genitori e all’indomani andrà da suo marito, le sue mani vengono tinte con l’henné. I familiari e gli amici e parenti degli sposi partecipano a questa festa e anche loro si tingono le mani di henné in segno di allegria. I convenuti portano poi i doni alla sposa. Questa danza la prima comincia con passi lenti e pesanti e termina con gesti che ricordano il momento della tintura. Si compone di 18 passi, sebbene alcuni non si eseguano più.
7-AFAR: Afar viene dal verbo AFARIDAN(Creare) che in questa zona si chiama agli altri nomi come “APAR,AFAR,LAPA. La fanno In due forme:coltura e tenuta e raccogliere del grano, e invece preparare i tappeti.
AFAR di coltura del grano si fa con 18 pose:
1-Scegliere la terra migliore mediante capo. Mentre la mano sinistra si mette sulla vita, la mano destra gira a sopra della testa che è il simbolo di prendere l’energia da Dio.
2- La fase seminare: 12 ballerini con i vestiti coordinati fanno seminare nella terra.
3- Arare
4- Coprire la pillola nella terra per l’intralcio di sfondare e mangiarsi ai granaioli.
5- fare il solco per andare l’acqua a tutta terra
6- Pregare dal Dio per vegetare più veloce e punrulmente della raccolta.
6)
STORIA DELLA DANZA KURDI O HALPARKE
Halparke rappresenta l’intero sistema di vita, di comunicazione, lotta e discussione del popolo curdo .
La danza Kurdi si può dire che sia la danza più autentica e antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare il fisico e lo spirito, poiché la gente del Kurdistan viveva in un luogo in cui, da non molto lontano, proveniva l’eco della guerra tribale. Per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra. La danza Kurdi è una danza epica. La fermezza e la gentilezza rappresentano l’integrità della gente nella loro fierezza dimostrata nel corso dei secoli.
Oggi l’insieme di queste balli si chiama CHOUPI e di solito queste danze si ballano in gruppo. La danza Kurdi e la musica curda hanno consentito al popolo di rimanere sempre unito.
In questa danza la persona più abile guida il gruppo di ballerini, ed è il primo della fila, sventola un fazzoletto bianco che tiene nella mano destra, dando così il ritmo agli altri ballerini. Questa persona si chiama SARCHOUPI e, con il movimento del fazzoletto e la voce incitante, fa crescere la tensione della danza.
Contemporaneamente gli altri ballerini, sono tutti sulla stessa linea e senza fazzoletto in mano e ognuno di loro con la mano sinistra prende la mano destra della persona che si trova alla sua sinistra. Questo passo si chiama GAVANI.
Nella danza Kurdi tutti i ballerini guardano il capogruppo o sarchoupi e, danzando in armonia, dimostrano la millenaria unità della loro gente. A volte un ballerino si stacca dagli altri ballerini e, ponendosi al centro, balla da solo con due fazzoletti colorati. Questa danza si chiama DODASMALE(due fazzoletti) ed è eseguita nella zona di Kermanshah.
Le variazioni principali della danza Kurdi sono le seguenti:
1-Gahrian. 2-Posht pa. 3-Halgartan. 4-Fatah pasha. 5-Lablan. 6-Chipi. 7-Zahzangi. 8-Shahlai. 9-Sijar. 10-Khan amiri.
Il fazzoletto bianco significa pace e conciliazione con le altre etnie.
Battere il piede in terra significa ”questa terra è la mia patria”.
GAHRIAN:
Gahrian in lingua Kurda indica il viaggio che si effettua dalla città alla campagna. Questa danza può essere di due tipi: campestre e cittadina. Questa danza comincia lentamente e gradualmente si fa più veloce.
È ispirata al viaggio che gli abitanti Kurdi effettuano dalla città alla campagna della loro terra. La varietà del ritmo deriva dalle esperienze di tale viaggio. Questa danza, si può dire, che sia un modo per osservare attentamente gli oggetti e tutte le cose della natura. Gahrian prepara la persona ad una vita fortemente dinamica e prepara i ballerini ad altre danze. In quasi tutta la zona del Kurdistan, la melodia che viene eseguita è la stessa e il primo passo viene mosso con la gamba sinistra; ma il ritmo principale inizia sempre con la gamba destra.
POSHT-E PA:
Posht-e pa è una danza più veloce della danza Gahrian e viene eseguita solo da uomini. Richiama l’uomo a destarsi e a mettere a frutto l’esperienza per evitare le cose negative.
HALGARTAN:
Halgartan letteralmente significa “drizzare”. Questa danza è molto animata ed evoca la gioia di perseguire una meta nella vita. Il ritmo veloce della melodia contrasta qualsiasi passività e staticità.
FATAH PASHAI:
Fatah Pashai letteralmente significa “festa ed atti di gioia”. La musica di questa danza viene eseguita in tutte zone del Kurdistan con lo stesso ritmo che è assai veloce. I curdi amano molto questa danza perché è una danza di ringraziamento a Dio e per essere in grado di avvalersi dei Suoi doni.
LAB LAN:
Questa danza viene eseguita dopo la danza Fatah Pashai ed ha un ritmo lento e i movimenti sono morbidi, come accade nella vita. Dopo le danze Gahrian,Posht-e Pa, Halgartan e Fatah Pashai, che hanno i ritmi veloci e molto animati, per riposare e per riprendersi, si balla il Lab Lan. Serve ad avvicinare alla meditazione e alla lungimiranza e a concentrarsi su se stessi. È una danza che dà sollievo a chi guarda e a chi la esegue.
CHAPI(mancino):
Il ritmo di questa danza è doppio e serve per valorizzare la parte sinistra perché spesso lavora meno e contemporaneamente serve ad usare tutto il corpo, ma deve sempre accentuare il movimento della parte sinistra.
ZAHNAGI O ZANDI:
In questa danza i ballerini fanno un passo saltato in avanti e poi un passo saltato indietro e continuano così fino alla fine. Tale danza rappresenta la necessità di essere accorti, attenti e di analizzare ciò che si fa. Esalta il camminare lentamente per osservare ciò che ci circonda.
SHAHLAI:
Shahlai viene eseguita in contrappunto alla musica e racconta un combattimento finito in tragedia. In questa danza i passi somigliano ad una andatura zoppicante perché si vuole raffigurare agli spettatori la realtà della perdita.
SEJAR:
Questa danza ha un ritmo sia lento che veloce e significa “tre volte”. Si fanno tre passi in avanti; e in realtà serve a ricordare il numero 3 che nella cultura del Kurdistan esprime sacralità.
KAN AMIRI
Anche questa danza ha un ritmo veloce. I ballerini si abbracciano creando un cerchio molto grande con una coordinazione tra mani e piedi. Rappresenta la superbia del Khan(capo villaggio) ed anche la vittoria e il volo.
7)
7- Attendere e sostenere la coltura
8- Mietere la raccolta
9- Portare la raccolta per il pagliaio
10- Colpire la raccolta alla segregazione la paglia e il grano
11- Bucherellare
12- Macinare il grano
13- Preparare la pasta e cucinare
14- Rappresentare un anno cattivo e la raccolta poco con vergare la mano sulla testa
15- Rappresentare un anno della carestia con vergare la mano sulla testa
16- L’adorazione al Dio. Questa forma si fa giacché due mani sono avanti della faccia e la fronte
17- Mettere la mano destra per il simbolo ringrazia e gratitudine dalla mamma della terra .
18- Festante e allegrezza per. In questa forma che è l’ultima, i ballerini si affollano discoidale e benedicono.
AFAR TESSERE DEL TAPPETO:
Questo costume comicia con la scelta della pecora per la tosatura.
-Tosare la pecora
-La filatura dei velli con il tosatore(che si chiama GELAK)
-Colorare i fili
-Costruire la macchina dall’intelaiatura(che si fa con la mano)
-Aprire i fili e preparare circolare
-Trecciare il tappeto con riempire DAM(a ogni infilata dicono DAM)
-Pettinata all’ordito
-Tagliare ed espletamento trecciare DAM(con la replica di questo lavoro trecciare il tappeto finisce)
-Tagliare il tappeto
-Portere il tappeto a l mercato per vendere mentre lo mettono sulla spalla
-Tendere il tappeto per misurare
-Misurare
-Vendere
-Contare i soldi che ha lavorato per quanti mesi
-Pregare
-Festa e allegrezza
8)
“DANZE E FOLKLORE IRANIANO”
Progetto di VAZHIK
Uno strumento universale di comunicazione
Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani in Italia prese l’iniziativa di mettersi insieme per divulgare la propria cultura, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Tra tutte le arti rappresentative, il gruppo, che prese il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”), decise di esibirsi soprattutto nella danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
Di tutte le sette arti – otto con il cinema – la danza è stata la prima arte sviluppata dall’uomo per comunicare in modo armonico ed efficace, al di là dell’espressione verbale e nonostante l’età degli individui che la praticano. Per questo la danza non è rappresentazione della realtà e della natura, ma ad esse si ispira e comunica in maniera universale, senza barriere di confini o di cultura. È pertanto un’arte astratta.
È risaputo che in Iran esiste una cultura millenaria che è la sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, dove persino l’imperatore Valeriano fu costretto alla sconfitta. Ma la Persia non è che una singola realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti. Nelle zone più fredde i movimenti della danza folklorica sono più rapidi e decisi, mentre nelle zone calde del paese i movimenti sono più lenti, morbidi e aggraziati.
Gli abitanti delle zone montane non ballano in coppia e generalmente si muovono in uno spazio limitato rispetto a quelli che vivono nelle zone pianeggianti; le loro danze sono caratterizzate da una gestualità più dinamica; mentre gli abitanti delle pianure generalmente ballano anche in coppia e coralmente.
Le danze e i giochi dai nomi diversi sono molto importanti nella storia della musica e dello spettacolo dell’Iran. I balli popolari raccontano sempre delle storie legate alle attività lavorative, agli avvenimenti sociali o alle leggende locali.
In Iran, accanto alle danze folkloristiche, vi è la danza classica iraniana, una forma espressiva coreutica che risale a circa centocinquanta anni fa, vale a dire al tempo dei re Ghajar: è una danza che deriva dai balli Azeri del nord ovest dell’Iran e veniva danzata dalle ragazze per il sovrano nel corso delle feste a corte.
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VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perché convinto che nella diversità si può trovare l’unità e non solo nel proprio paese, bensì anche in Italia e in tutto il mondo, soprattutto in questa delicata congiuntura mondiale. Pertanto VAZHIK, tre dei cui membri sono studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, è teso a costruire un ponte con il resto dell’umanità e precipuamente con l’Italia, il paese in cui si trova ed ha deciso sin dall’inizio di includere nel proprio programma delle danze italiane che ricordano nella gestualità e nei passi quelle popolari iraniane, come ad esempio la Sinfonia da ” L'Italiana in Algeri” di Gioacchino Rossini danzata a mo’ delle danze popolari del Meridione d’Italia. 2
9)
Nome: Hadi
Cognome: Habibnejad
Data e luogo di nascita: 15/01/1983 Teheran
Inizia ad apprendere le arti dello spettacolo nel 1999 quando entra al Liceo di Arti e Spettacolo. Dopo due anni di studio, prove ed esercitazioni entra a far parte di un gruppo di professionisti di Teatro e Danza. Fin dagli esordi ha sentito di poter dare di più con il ballo e per questo si è unito al gruppo di danza “HAREKAT” e con loro si esibisce nello spettacolo “Mire Eshgh”.
Sotto la guida della maestra Farzaneh Kaboli apprende le danze popolari iraniane e la danza classica (balletto). In questo periodo, imparare ad eseguire direttamente sul palco e ciò gli consente di acquisire una maggiore consapevolezza dei movimenti e dello spazio in scena. Nell’anno 2003 entra all’università per studiare grafica, ma continua assiduamente anche la danza e collabora con compagnie teatrali e di danza a diversi programmi televisivi. Inoltre, dal 2006 al 2009 matura esperienze di assistenza alla regia per film e TV e grafica televisiva. Per quanto riguarda la danza, collabora con registi televisivi famosi quali Foad Saffarianpour e suo fratello Siavash, nonché con il regista teatrale Hadi Marzban.
Nel 2009 frequenta il corso di lingua italiana e si iscrive poi al corso di Grafica all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ma sentendo che la sua vita è soprattutto per la danza, già dopo pochi mesi dall’arrivo in Italia inizia mette insieme una compagnia di ballerini iraniani, dedicandosi altresì alla coreografia e regia delle loro danze. Dopo 4 mesi di prove si esibiscono in due spettacoli a Giavera e a Firenze.
Qui di seguito si elencano alcuni dei suoi principali lavori nell’ambito della danza e della coreografia:
(omissis)
10)
• Capodanno Iraniano: si festeggia fin dai tempi antichi (prima del 559 a.c.); ancora oggi l'anno nuovo iraniano (capodanno = noruz) si festeggia con il primo giorno della natura cioè con l’inizio della primavera (21 marzo),quando si risveglia la natura.
• Attualmente i festeggiamenti durano più di 13 giorni e sono molto sentiti dal popolo iraniano.
• L’ultimo mercoledì dell’anno vecchio si procede alla pulizia di case e giardini e alla sera si festeggia con accendendo falò e saltando sul fuoco, segno di purificazione, si canta e si chiede di godere di buona salute nell’anno nuovo, lasciando e bruciando i problemi del passato; durante la notte ci si traveste con abiti di solito femminili e si bussa alle porte delle case chiedendo doni (di solito chi bussa conosce il padrone della casa ma non viceversa )…ecc.
• Il giorno e all’ora esatta in cui cambia l’anno (al momento preciso dell’equinozio di primavera) tutta la famiglia, vestita a nuovo, si ritrova intorno a haftsin, sette cose che iniziano con sin, che fin dall’antichità simboleggiano buoni auspici: il pesce rosso nell’acqua( pesce a colori allegri e vitalità, è sempre in movimento e quindi è simbolo di felicita’ ) mentre l’acqua è simbolo di limpidezza, due uova (simbolo di fertilità) sulle quali si disegnano due personaggi famosi, tipici del teatro classico iraniano: uno il signore benestante l’altro il suo schiavo di colore che con le sue battute prende in giro il suo padrone ( non sempre il padrone è più saggio del suo operaio ), senged (giuggiola) e’ un frutto poco importante, ma sta a simboleggiare che c’è sempre posto per tutti, si preparano le piantine di lenticchie un paio di settimana prima quale simbolo di ricchezza, le candele accese simboleggiano la luce della vita, i soldi perchè non manchino mai, lo specchio simboleggia la sincerità, il pane simboleggia i doni, la mela il frutto proibito mangiato da Adamo e Eva… ect. (Festa non religiosa)
• Ed ora i componenti del Haft Sin sono:
Capodanno Iraniano
sekeh = Moneta d'oro come segno di ricchezza ed abbondanza
samanu - E' un preparato dolce vegetale
sabze - I germogli del grano, lenticchia o ceci che si fanno germogliare 2 settimana prima del evento.
Sonbol - Fiore Primaverile Giacinto
seer - Aglio
senjed -Un frutto tipo Giugiule
serkeh - Aceto
Nel caso di non reperibilità uno di questi prodotti sopraelencati che hanno iniziale la lettera -S-, si possono sostituire con un altro prodotto che abbia l'iniziale la lettera S - tipo Sib che significa la mela o Somagh =
• spezia
Il sacro corano è uno dei componenti fissi del tavolo per gli iraniani musulmani.
Anche lo specchio e il pesciolino rosso e il Samovar (bollitore e il teiera), sono degli componenti fissi del tavolo Haft Sin.
Nei giorni successivi si va a visitare i parenti più anziani, una tradizione islamica che fornisce una propizia occasione per le riconciliazioni in caso di contrasti in
• famiglia.
Incontrandosi per strada si dice "Sad sal bé in sal-ha" (abbia cento anno meglio di questo) ed altri auguri di questo tipo. Alla fine la festa è un costo per le famiglie, per le cose da mangiare, per le mance e per i vestiti nuovi, ma sono soldi spesi con gioia.
Prima danza è danza “Kurda”. La danza Kurdi si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per
• una tradizione islamica che fornisce una propizia occasione per le riconciliazioni in caso di contrasti in famiglia.
Incontrandosi per strada si dice "Sad sal bé in sal-ha" (abbia cento anno meglio di questo) ed altri auguri di questo tipo. Alla fine la festa è un costo per le famiglie, per le cose da mangiare, per le mance e per i vestiti nuovi, ma sono soldi spesi con gioia.
Prima danza: è danza “Kurda”. La danza Kurdi si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra.
Seconda Danza è la “Ghajar”: è una danza che deriva dalla danza Azari( nord ovest dell’Iran). Si è sviluppata nei primi anni del XX secolo e riprende le danze del periodo Ghajar delle feste dentro il castello del re in cui le ragazze ballavano per il sovrano.
Terza danza è Azera. La vita del popolo dell’Azerbaigian iraniano è rintracciabile in questa danza. Si trattava di gente che viveva nelle città di montagna. Per questo i loro passi sono rapidi, sia per gli uomini che per le donne. Stasera due danzatori raccontano il dolore della perdita di Curoghlo, un mito importante per il popolo azero.
L’ultima danza è una danza che mette insieme varie danze folkloristiche iraniane: Azera, Kurda, khorasani, Gilaki, Bandari ecc che invita tutti a danzare e gioire.
11) Artistic Director and Choreographer of “Vazhik” Dance Company:
Name and surname : Hadi Habibnejad
Date and place of birth: 15/01/1983, Tehran (Iran)
Current address: Via Cesare De Lollis, 20 - 00185 ROME - Italy
Hadi Habibnejad began to learn the performing arts in 1999 when he entered the College of Arts and Entertainment (DOVE?). After two years of study, training and rehearsals, he joined a theatre and dance group of professionals. From the very beginning he felt that he could give more with dance. And that is the reason why he joined the dance company "HAREKAT" and with them performed in the show "Mire Eshgh"(DOVE? QUANDO?)..
Under the guidance of teacher Farzaneh Kaboli, Habibnejad learned the Iranian folk dances and classical dance (ballet). During this period, he learned to perform the dances directly on the stage and this allowed him to gain a greater awareness of movements and space on stage. In the year 2003, he entered the university (QUALE E DOVE) to study graphic design, but also continued assiduously to dance and worked together with theatre and dance groups in various television programs (CHE TIPO DI PROGRAMMI E SU QUALE TELEVISIONE). In addition, from 2006 to 2009 he worked and gained experience as assistant film and TV director as well as in television graphics(CHE TIPO DI PROGRAMMI E SU QUALE TELEVISIONE). As for the dance, he worked with famous TV directors such as Foad Saffarianpour and his brother Siavash, as well as with theatre director Hadi Marzban (DOVE E QUANDO).
In 2009 he attended an Italian language course and then enrolled in the university course of Graphic Design at the Academy of Fine Arts in Rome. But feeling that his life is especially for dancing, after a few months from his arrival in Italy he put together a company of Iranian dancers (now also including Italian dancers), devoting his time also to the choreography and direction of their dances. After 4 months of rehearsals, they performed in two shows, in Giavera and in Florence.
Some of his major works in dance and choreography are:
- 2001 Tehran "Mire Eshgh" - Theatre Roudaki (Vahdat)
- 2001 Tehran "Hamase Enghelab Sang" - Theatre Roudaki (Vahdat)
- 2002 Tehran "Jasjnvare Admin" (Iranian Popular Dances).
- Fajr International Film Festival - 2003 Tehran "Memories of a second-role actor" Theater-Roudaki (Vahdat)
- 2004 Tehran "The moment of madness" - Theatre Roudaki (Vahdat)
- 2005 Tehran "Inauguration of the Olympic World Games of Muslim
women" - Enghelab Hall of the Ministry of the Interior
- 2006 Tehran "Paingozar Saghakhaneh" - Theatre Roudaki (Vahdat)
- 2009 Tehran "PHILIPS Party" Director(DI COSA?): Hadi Habibnejad.
- 2010 Giavera. Italy "Iranian folk dances"
- 2010 Florence. Italy "Iranian folk dances"
- 2011 Rome. Italy - Dance performance:" The preparation of paper"
at the Academy of Fine Arts in Rome
- 2010 Rhythms and Dances of the World - Giavera (TV)
- 2010 Festival Jazzato in Florence
- 2012 Welcome to Tehran - Theatre Space NO'HMA Teresa Pomodoro-
Milan
- 2012 “Sounds and dances for a trip to the world of Rumi” directed by
A. Giupponi - Parco della Musica - Rome Auditorium / Sala Sinopoli
- 2012 XIX MUSIC AND ART 2012 - Tolentino (MC)
- 2012 XIX MUSIC AND ART 2012 - Pollenza (MC)
- 2012 Festa della Pace - San Ginesio (MC)
12)
La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza pacifica che supera ogni barriera e confine.
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Il gruppo VAZHIK – che all’inizio si era chiamato Danoush, cioè “immortale” - è composto di 8 elementi, tra uomini e donne. Si tratta di un collettivo in cui ognuno, oltre a danzare, segue un settore specifico di attività del gruppo sotto la guida del direttore artistico Hadi Habibnejad.
Il gruppo si è già esibito in Italia in varie circostanze, tra cui(omissis)
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Il gruppo VAZHIK è stato più volte oggetto di riprese televisive e articoli di giornale.
Alcuni dei suoi video e recensioni sono visibili in Internet.
Sitografia
Dettagli dello spettacolo
Lo spettacolo che Vazhik intende proporre si compone di 10 danze, di cui 8 del folklore iraniano (Azera, Croughlu, Khorasani, Danza del bastone, Daf, Kurdì, 2 danze Bandarì), 1 del folklore italiano e il gran finale composto di elementi di tutte le precedenti danze con i danzatori che indossano i costumi delle varie regioni di provenienza. Sullo sfondo saranno proiettate immagini che descrivono le caratteristiche e le particolarità di ogni regione. Le musiche iraniane sono tutte della tradizione, saranno su base preregistrata con le percussioni (daf, dammam) e suonate dal vivo dal Maestro Ramin Rahmi e i senj (cembali) suonati dagli stessi danzatori.
CURRICULA DEGLI ARTISTI PRINCIPALI DI VAZHIK
Nome: Hadi
Cognome: Habibnejad
Inizia ad apprendere le arti dello spettacolo nel 1999 quando entra al Liceo di Arti e Spettacolo. Dopo due anni di studio, prove ed esercitazioni entra a far parte di un gruppo di professionisti di Teatro e Danza. Fin dagli esordi ha sentito di poter dare di più con il ballo e per questo si è unito al gruppo di danza “HAREKAT” e con loro si esibisce nello spettacolo “Mire Eshgh”.
Sotto la guida della maestra Farzaneh Kaboli, apprende le danze popolari iraniane e la danza classica (balletto). In questo periodo, imparare ad eseguire direttamente sul palco e ciò gli consente di acquisire una maggiore consapevolezza dei movimenti e dello spazio in scena. Nell’anno 2003 entra all’università per studiare grafica, ma continua assiduamente anche la danza e collabora con compagnie teatrali e di danza a diversi programmi televisivi. Inoltre, dal 2006 al 2009 matura esperienze di assistenza alla regia per film e TV e grafica televisiva. Per quanto riguarda la danza, collabora con registi televisivi famosi quali Foad Saffarianpour e suo fratello Siavash, nonché con il regista teatrale Hadi Marzban.
Nel 2009 frequenta il corso di lingua italiana e si iscrive poi al corso di Grafica all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ma sentendo che la sua vita è soprattutto per la danza, già dopo pochi mesi dall’arrivo in Italia inizia a provare con un gruppo di ballerini iraniani, dedicandosi altresì alla coreografia e regia delle loro danze. Dopo 4 mesi di prove si esibiscono in due spettacoli a Giavera e a Firenze.
Qui di seguito si elencano alcuni dei suoi principali lavori nell’ambito della danza e della coreografia:
(omissis)
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14) Artistic Director and Choreographer of “Vazhik” Dance Company:
Name and surname : Hadi Habibnejad
Date and place of birth: 15/01/1983, Tehran (Iran)
Current address: Via Cesare De Lollis, 20 - 00185 ROME - Italy
Hadi Habibnejad began to learn the performing arts in 1999 when he entered the College of Arts and Entertainment (DOVE?). After two years of study, training and rehearsals, he joined a theatre and dance group of professionals. From the very beginning he felt that he could give more with dance. And that is the reason why he joined the dance company "HAREKAT" and with them performed in the show "Mire Eshgh"(DOVE? QUANDO?)..
Under the guidance of teacher Farzaneh Kaboli, Habibnejad learned the Iranian folk dances and classical dance (ballet). During this period, he learned to perform the dances directly on the stage and this allowed him to gain a greater awareness of movements and space on stage. In the year 2003, he entered the university (QUALE E DOVE) to study graphic design, but also continued assiduously to dance and worked together with theatre and dance groups in various television programs (CHE TIPO DI PROGRAMMI E SU QUALE TELEVISIONE). In addition, from 2006 to 2009 he worked and gained experience as assistant film and TV director as well as in television graphics(CHE TIPO DI PROGRAMMI E SU QUALE TELEVISIONE). As for the dance, he worked with famous TV directors such as Foad Saffarianpour and his brother Siavash, as well as with theatre director Hadi Marzban (DOVE E QUANDO).
In 2009 he attended an Italian language course and then enrolled in the university course of Graphic Design at the Academy of Fine Arts in Rome. But feeling that his life is especially for dancing, after a few months from his arrival in Italy he put together a company of Iranian dancers (now also including Italian dancers), devoting his time also to the choreography and direction of their dances. After 4 months of rehearsals, they performed in two shows, in Giavera and in Florence.
Some of his major works in dance and choreography are (omissis)
15)
Gentile xxxx,
è stato per me un vero piacere ascoltare ieri mattina su RAI 1 la Sua intervista. È stato come bere dell’acqua fresca e pura dopo un lungo cammino e sentire che non si è soli a pensare che la vera vita sia quella dello spirito e che ciò che chiamiamo vita (terrena) non è che un’esperienza del nostro spirito.
Mi ha colpito particolarmente ciò che Lei ha definito le “umane risorse”, ponendo l’accento, non tanto sulle risorse – benché assai importanti – ma su ciò che l’Uomo nella sua intierezza può contribuire al mondo avendo in sé una scintilla divina.
E mi ha colpito, altresì, quando ha detto riguardo al presente, che sì bisogna vivere, ma con uno sguardo lungo sul futuro del mondo, sul nuovo Rinascimento al quale contribuirà anche la bellezza.
L’ho immaginata, dunque, come un grande mecenate del Rinascimento italiano che si pone a tutela delle arti, della cultura e della bellezza, un po’ come il duca Federico da Montefeltro…sarà che le mie origini sono urbinati! Ed ecco che desidero parlarle di un progetto che mi sta molto a cuore.
Conosco un giovane coreografo straniero (ma anche danzatore, costumista, regista, grafico), Hadi Habibnejad, che spende tante delle sue energie per costruire un ponte umano e culturale tra l’Italia e altri paesi. È una persona davvero eclettica e volenterosa che ha messo insieme altri giovani come lui per contribuire con la loro arte all’avvicinamento dei popoli e non a scopo di lucro. La compagnia si chiama Vazhik, che in antico Farsi voleva dire “danza”. Si sono esibiti più volte in Italia, anche come singoli danzatori. Stanno da mesi preparando uno spettacolo di danze popolari persiane e italiane nel tentativo di trovare quel terreno comune a tutte le genti del mondo, al di là delle etnie e delle religioni. Le assicuro che è uno spettacolo bello e godibilissimo, ma loro non hanno sponsor e tutti i teatri a cui ci siamo rivolti a Roma hanno dei costi inaccessibili per loro che sono studenti.
Per darle un’idea degli spettacoli che mette in scena Vazhik le allego un DVD, una scheda della compagnia, il programma dello spettacolo e i curricula degli artisti.
Hadi Habibnejad vorrebbe esibirsi a Roma per il prossimo NowRuz, il Capodanno persiano che cade il primo giorno del mese di Farvardin, in una data corrispondente al 21 marzo del calendario cristiano, ovvero con l'inizio della primavera. In lingua Farsi, “now” significa "nuovo", “ruz" giorno. Ecco il tema della rinascita che ritorna. E non è forse di rinascita che ha bisogno questo mondo? NowRuz è una festa antica e preislamica, appartenente al vero popolo che abita da secoli immemori quelle terre.
Ma veniamo alla mia richiesta, se non la importuno troppo. Sarebbe interessato a sponsorizzare un loro spettacolo in un teatro romano per una sera o al massimo due sere? Hadi si occupa di tutto, persino dei costumi, che disegna, taglia e cuce in modo del tutto artigianale. In questo momento è alla ricerca di stoffe, ma come sa anche quelle hanno dei costi proibitivi per degli studenti. Avrebbe delle stoffe, fondi di magazzino, che non utilizza in nessun modo e che potrebbero servire per i costumi di 8 ballerini?
La compagnia Vazhik è disposta in cambio di una Sua sponsorizzazione ad esibirsi nella sua azienda, per Lei e per tutto il suo personale e operai, per i suoi familiari ed amici, una o due serate e gratuitamente.
Sono certa di non aver gettato un sasso nel vuoto perché nel Suo sguardo e nelle sue affermazioni ho letto una profondità che non vedevo da tempo.
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che vorrà dare a questa mia e al progetto di Hadi Habibnejad e, in attesa di un Suo cortese cenno di risposta, colgo l’occasione per esprimerLe i sensi della mia più alta stima.
16)
“IRANIAN DANCES AND FOLKLORE”
A Project by VAZHIK
A universal tool of communication
In 2010, a group of Iranian artists in Italy took the initiative to get together to spread culture, rich artistic traditions and dance of their country. Of all the performing arts, the group, which took the name of VAZHIK (being this the ancient pre-Islamic term meaning "dance"), decided to perform especially in the dance under the guidance of choreographer and dancer Hadi Habibnejad.
Of all the seven arts - eight with the cinema - dance was the first art developed by humans to communicate harmoniously and effectively, beyond verbal expression and despite the age of the individuals who practice it. This is why dance is not a representation of reality and nature, although dancers take inspiration from them and communicate in a universal way, without borders nor cultural barriers. Therefore, dance is an abstract art.
It is common knowledge that in Iran there is an ancient culture, which is a mixture of the traditions of the various ethnic groups inhabiting the territory from time immemorial. When we think of Iran, we associate it immediately with the magnificent Persian Empire, where even the emperor Valerian was defeated. But Persia is only a single reality of Iran, or better "Airan", i.e. the land of the Aryans which gave origin to the entire Indo-European culture.
In Iran there are various types of popular dances, depending on the region. The different forms and various dance patterns depend on the plurality of cultures of the country. In colder areas folkloric dance movements are more rapid and precise, while in warmer parts of the country the movements are slower, soft and graceful.
The inhabitants of mountainous areas do not dance in pairs and generally dance in a more limited space compared to those living in low-lying areas; their dances are characterized by a more dynamic gestures, while the inhabitants of the plains generally dance in pairs and in groups.
The dances and games with their different and meaningful names are very important in the history of music and entertainment of Iran. The dances always tell stories related to work activities, social events or local legends.
In Iran, next to the folk dances, there is the Iranian classical dance, an expressive dance that dates back to a hundred and fifty years ago, i.e. at the time of the Ghajar kings. It is a dance that comes from the North West of Iran Azari dances and was danced by girls for the king during the parties at court.
VAZHIK, aware that Iran is not a monolith, but a melting pot of various cultures, intends to represent and raise awareness of this plurality, because it believes that unity can be found in variety, not just in their own country, but also in Italy and all over the world, especially in these times of global economy crisis. Therefore VAZHIK aims to build a bridge with the rest of humanity and primarily with Italy, the country in which it is located and decided to include in its program some Italian dances reminiscent of the gestures and steps of the Iranian popular ones, such as the Sinfonia from "The Italian Girl in Algiers" by Gioacchino Rossini danced by way of folk dances of southern Italy.
Culture and art are for VAZHIK elements of aggregation and unity, true pillars of the peaceful coexistence that overcomes all barriers and boundaries.
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The group VAZHIK - which initially was called Danoush, meaning "immortal" – is a dance company of men and women. It is a collective in which everyone, in addition to dancing, follows a specific area of activity of the group under the leadership of the artistic director Hadi Habibnejad.
The group has performed in Italy at various events, including:
- 2010 Ritmi e Danze dal Mondo – Giavera (TV)
- 2010 Festival Jazzato a Firenze
- 2012 Benvenuti a Teheran – Spazio Teatro NO'HMA Teresa Pomodoro- Milano
- 2012 Suoni e danze per un viaggio verso il mondo di Rumi - Parco della Musica - Auditorium di Roma/Sala Sinopoli
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The group VAZHIK has often been the subject of television and newspaper articles.
Some of its videos and reviews can be found on the Internet at:
(omissis)
Details of the show
The show that Vazhik intends to produce consists of 10 dances, including 8 of the Iranian folklore (Azari, Croughlu, Khorasani, stick Dance, Daf, Kurds, 2 Bandari dances), 1 Italian folklore dance and the grand finale which consists of elements of all the above-mentioned dances with the dancers who wear costumes of the various regions of origin. In the background images that describe the characteristics and peculiarities of each region will be projected. The music belongs all to the Iranian tradition, will be pre-recorded with percussions (daf, dammam) played live by musicians and senj (cymbals) played by the dancers themselves.
17)
Gentile Signora xxx,
Gentile redazione di xxxx,
siamo una compagnia di danze popolari iraniane i cui membri sono tutti residenti in Italia. In occasione del Capodanno iraniano, NowRuz, che cade all’inizio della Primavera, ci piacerebbe moltissimo poter partecipare alla vostra trasmissione televisiva e non solo danzare per voi, ma anche illustrare alcune tradizioni del nostro Capodanno, a partire dal meraviglioso allestimento della tavola.
Per darvi un’idea della struttura della compagnia Vazhik e delle attività e curricula dei suoi componenti, vi allego una relazione sullo spettacolo in allestimento e dal quale si possono trarre delle danze da eseguire nel vostro programma.
Per ulteriori informazioni, Vi prego di contattare me o il nostro ufficio stampa e all’uopo elenco qui di seguito i nostri recapiti:
18) Samà: è una danza che deriva da una corrente dell’Islam Sufi risalente agli anni dal 900 al 1000. Giacché danzare era vietato dalla religione islamica, gli intellettuali islamici contrari alle alte gerarchie dei clerici, si riunivano in luoghi nascosti negli scantinati delle case per pregare. Nel pregare muovevano la testa e, con l’andare del tempo, vi unirono altri movimenti del corpo fino a girare su se stessi. Si giunse dunque ad una danza che univa i movimenti della danza sufi a quelli delle danze tradizionali dell’Iran. Nei primi decenni della sua diffusione, questa danza - come si è detto – si danzava di nascosto e, poiché i soffitti delle stanze sotterranee in cui si eseguiva erano bassi, tutti i movimenti venivano fatti con il corpo piuttosto accovacciato. Man mano la danza Samà si andò codificando. I gesti venivano diretti da una guida, un membro più esperto del loro gruppo di preghiera, che si poneva al centro di un circolo formato dagli altri. La guida è il tramite tra l’Uomo e Dio e gira su se stesso con un braccio rivolto verso il cielo e l’altro verso la terra. Il resto del gruppo prega girando in circolo intorno alla guida e al contempo girando su se stessi. Nel secolo XIII i poeti cominciano a scrivere poesie sufi.
L'aspetto musicale ed estatico del sufismo si chiama dunque Samà. Il Sufi durante il suo rapimento spirituale, rivolge l'attenzione del suo cuore a Dio attraverso movimenti particolari, spesso con una musica speciale e ritmica ripetendo lo zekr, cioè la giaculatoria. In questo stato di ebbrezza spirituale, il sufi è paragonabile all'innamorato per eccellenza che non ha niente altro nella sua mente fuorché Dio. Con tutte le sue facoltà è attento a Dio ed è totalmente distratto per tutto il resto e dimentico di sé. Non tutti i discepoli sono autorizzati ad impegnarsi nel Samà. Soltanto la guida spirituale decide dell'opportunità di tale pratica. Può perciò prescrivere il Samà come un vero e proprio rimedio o talvolta proibirlo.
Le danze rituali e le cerimonie religiose
La seconda corrente è una danza che ha origine dai riti e dalle funzioni sociali . Si tratta di danze mediorientali, di una parte dell’Afghanistan e di zone dell’ovest dell’ India, oppure di danze di popolazioni del Sud Est dell’Iran. Il documento più antico di queste danze è contenuto nel Racconto storico JAHANGOSHAI JOVINI del XIII secolo . Alcuni studiosi hanno rintracciato le origini di queste danze nei rituali e cerimonie degli sciamani. Benché questo discorso rientri in un ambito più vasto, si è scoperto che l’origine di queste danze, che sono animistiche, si debba a rituali per sconfiggere le malattie psichiche . Tali riti prevedevano la migrazione dello sciamano da un’anima all’altra nel tentativo di catturare e sconfiggere la parte malata e sostituirla con la parte buona di un’altra anima. Tutto ciò si svolgeva praticando delle danze dalle gestualità rituali. Queste stesse movenze sono infatti riscontrabili anche presso altre culture e gruppi etnici quali i mongoli, i tungusi siberiani, gli amerindi e alcuni gruppi etnici africani.
Le danze rituali locali
Si tratta di danze che venivano eseguite alle feste dei capi civili, re o famiglie nobili e, man mano che si andarono diffondendo all’interno delle corti e dei palazzi nobiliari, si allontanavano dall’originale che invece si danzava all’aperto tra la gente comune. Come tutte le altre arti popolari, queste danze traggono ispirazione dalla vita quotidiana, dal pensiero corrente, e dagli ideali estetici e gusto locale. La danza era per queste popolazioni un’esigenza del vivere, come mangiare e respirare.
POR KHANI
PORKHANI è un rituale ormai scomparso dell’altopiano dell’Iran orientale. È interessante notare che questa danza si fa senza musica, né strumenti, né canzoni. Perciò doveva esserci qualcos’altro che generava e dava il ritmo. Erano invece dei suoni gutturali a segnare il ritmo, a dare l’accento e l’armonia dei movimenti delle mani e dei piedi. Si eseguiva sia da in piedi che da seduti e pur tuttavia il nome significa letteralmente “pieno di canto”.
MOLOUDI KHANI
Si danza nel Golfo persico e nelle isole per una festività religiosa islamica. La melodia sulla quale si danza si chiama SAMAH, che ricorda quella della setta religiosa islamica Samà. Disporsi in circolo è assai importante per conservare l’armonia del gruppo di danzatori. La disposizione spirituale dei danzatori por khani è molto diversa da quella dei moloudi khani.
LE DANZE FOLKLORISTICHE
Cominciamo dalle catene montuose dell’ALBORZ.
GILAN: la danza del tipico maschio in Gilan si fa il dietro trionfale della latta e si suona ballabile con gli strumenti musicali come Surna(Horn) e Naccareh. Il ballerino mette le sue mani sul dosso e esegue la danza a trasporre i piedi che si chiama PABAZI(il gioco del piede).la danza del tipico femminile che si fa in questa zona di più si chiama GHASEMABADI. La ballerina prende due bicchierini in ogni mano che si chiama DAS SENJ. In realtà le busse dei bicchierini o gli strumenti metali creano il ritmo del ballerino. Oppure c’è un’altra danza del tipico femminile in questa zona che si fa con una lampada di olio con il nome “Danza della lampada”. La ballerina mette il fulcro della lampada sulla testa o sulle sue denti e poi comicia a ballare. La danza in Gilan è l’individuale di più.
SURNA NACCAREH
MAZANDARAN: Sama, Laksari Sama o Chakke Sama sono le danze più corrente in regione Mazandaran. Generalmente questa danza si fa individualmente e qualche volta pluralmente. Benchè è una danza femmine però talvolta, oppure i uomini praticipano in questa esercitazione danza.Laksari Sama è una danza veloce e appassionata che esegue con il vibro ondoso e verticale del corpo. Questa danza si fa senza figura variata e in applicabilità collettiva, i ballerini l’operano individualmente e senza relazione assieme. Chakke Sama ancorachè ed è attinente le catene montose delle Alborz, invece si usa il maggior casali montuoso e il piede del monte del sud delle Alborz.
KURDESTAN: la danza in Kurdestan si chiama HALPARKEH (Harire), un nome che in regione nord Khorasan con interpolare a una danza speciale si chiama. Invece Kurdistan è da quella zona che c’è la
varietà di danza. Le danza come Sechar, Gordian, Chapi, Fatapashai e Khanamiri sono certuni da questa totalità.
LORESTAN: anche in Lorestan ci sono tante varietà di danza. Oltre Shamshirbazi(la scherma) e Tarkebazi(una danza con il fruscolo) c’è un’altra danza come CHAPI in kurdistan.
BALOUCHESTAN: in Balouchestanle ci sono le danze come Dovlat, Chapzaboli, Danza Zaboli, Geranchap, Sechap, Kalampour,Chouchap, La danza Scherma e Dochoobe(due legni). La centralità di questi danza c’è a LANGAN. Oppure alla zona MIRJAVEH ci sono le danze Chap Sarhadi, Yeklat,Dolat e Selatche è vicino alla danza CHOUB BAZI(una danza con due legni).
AZARBAYJAN: In Azarbayjan le danze si fanno all’animazione e all’abilità che questa regolarità e abilità non si può trovare agli altri etni dell’altopiano Iran di più. I ballerini si dividono ai gruppi multiplo e poi nella recitazione onni ogno ognio rispetta il suo turno. L’esperto e l’agilità sono molti importanti. La danza YALALI racconta gli oggetti dello atorico,per la difesa del torneo da eventuale invasori , il senso del rischio(pericolo), tornarsi e fare l’unificazione per difendere. La “GHAYTAGHI” include i sinificati come perdere i divari dell’interiore, perendere l’editto della resistenza e collaborare con il capo, copulare per buttare i nemici, e salirsi sul cavallo per andare all campo di battaglia. Anche la “LEZGI” racconta gli oggetti come la guerra, il torneo con i nemici nella fronte,il coraggio e la prodezza,vincere, la verve per vincere, l’unificazione e l’adunamento.
KHORASAN: la gente di Khorasan dice la danza “CHOUB BAZI”(una danza con due legni) è una danza collettiva e movimentata e le sue pose raccontano la figura epica e bellica. Oppure c’è un’altra danza che racconta i fasi piantare il frumento. Dll’inizio ella fine e poi la celebrazione e ....
ASHAYER: In mezzo del clan Ashayer c’è una danza con il nome “ HELi” che esegue in tre parti e tre ritmi diversi. L’ultima sezione di questa danza si chiama “LAKI e KELVARI” che si fa velocemente con la fretta. Invece nella zona di BAKHTIARI oltre danza CHAPI ci sono due altri danze epiche che una si fa con il brando e un’altra con il fruscolo. La danza in BAKHTIARI si chiama TOSHMAL.
19) Le origini e l’evoluzione storica della danza
I. Breve storia della danza e delle sue raffigurazioni
Le prime danze di forma compiuta risalgono al Paleolitico, quando gruppi di adulti, disposti in cerchio, eseguivano danze legate ai temi della fertilità, della vita, della morte e dei misteri astrali. Con le prime culture tribali comparvero le danze mascherate e si svilupparono le civiltà totemistiche, che alle danze in circolo e di imitazione animale, aggiunsero le danze falliche. Le civiltà legate alla cultura della coltivazione della terra introdussero danze frontali e danze funebri, i bovari inventarono le prime danze in coppia, e presso i tardi coltivatori si praticarono danze a più circoli e danze a fronti opposti, di maschi da un lato e femmine dall’altro. Fu durante il Neolitico che la danza si evolse in varie forme, tutte, comunque, ispirate al rapporto maschio-femmina.
Con la civiltà egizia, la danza diventò arte codificata nel giro di due millenni. Inizialmente il popolo egiziano tese ad una sintesi dei fermenti del Vicino Oriente e delle correnti culturali dell’Occidente, successivamente produsse in maniera originale forme avanzate di espressione coreica. Gli egiziani usarono la danza per i funerali, per le feste e per le cerimonie pubbliche, facendola diventare loro elemento decorativo. Erano danzanti gli dei, i sovrani, i sacerdoti. I faraoni la utilizzavano per attrarre le masse verso le manifestazioni politico-religiose, che servivano ad affermare il loro potere. Durante il primo millennio avanti Cristo, in Egitto nacquero coreografie vere e proprie, classificate dalla cultura ufficiale quali:
danze lente, IBA;
danze saltate, KHEBET;
danze sincopate, KESKES;
danze mimate, TJENEF.
In Europa, verso la fine del secondo millennio avanti Cristo, la danza nacque in Grecia. I greci compirono una sintesi delle esperienze coreiche delle civiltà, indiana, egiziana e cinese. Le danze africane fornirono l’elemento della festosità, mentre le danze asiatiche suggerirono l’impostazione etico-religiosa. Dall’elaborazione di questi elementi nacquero le due tipologie di danza ellenica, dell’Ethos e del Pathos, e dalla cui fusione si generò la danza teatrale. La Grecia, comunque, non fornì molti elementi di novità rispetto ad altre civiltà. Nacque soprattutto una danza in linea con l’ideale di armonia, intesa come equilibrio permanente di spirito e corpo.
È nella lunga storia di Roma che non troviamo alcun posto d’onore assegnato alla danza, poiché il tipico razionalismo della cultura romana contrastava in pieno con il suo spiritualismo. I Romani utilizzarono quanto di meglio trovarono in giro per il mondo, ma con la danza non ebbero mai un buon rapporto. Attorno all’anno 200 a.C. la coreutica greca entrò nell’Impero e, contemporaneamente, venne recepita anche quella etrusca. La danza diventò importante per la vita pubblica e privata romana, e ne fu istituito il suo insegnamento. Con la caduta dell’Impero le forme coreutiche si impoverirono, e a partire dal IV secolo, ogni attività di teatro e di danza venne considerata immorale. Quando l’abitudine alla danza si affermò quale semplice divertimento, la condanna ufficiale della Chiesa non tardò ad arrivare, ma le popolazioni europee continuarono a danzare. Nel 398 il Concilio di Cartagine comminò la scomunica per coloro che assistevano a spettacoli teatrali nei giorni festivi.
Nel passaggio dallo spirito medievale alla cultura umanistica trecentesca, la danza d’evasione cominciò a rifiorire nelle corti italiane e francesi. Essa venne rivalutata quale forma vera e propria d’arte, e divenne segno distintivo delle classi nobili.
Dai balli di corte del Rinascimento italiano si generò la danza più antica, quella classica. Fu in Francia però che, nel Cinquecento, essa si sviluppò e si ufficializzò. Nel 1661 re Luigi XIV, il re sole, fondò l’Académie Royale de Danse, che abbandonava l’improvvisazione per seguire un codice teorico prestabilito. Nasceva il balletto classico, ed assieme ad esso nascevano i ballerini professionisti e le scuole di danza. Nel 1713 venne istituita l’Ecole de Danse de l’Opéra, mentre il musicista Jean Baptiste Lully, insieme al commediografo Moliére, fondavano la Comédie de Ballet. Sempre nel Settecento, il coreografo Pierre Bauchamp definì le cinque posizioni della danza classica, e vennero introdotti il tutù e le scarpette da punta. Le caratteristiche principali della scuola francese furono sempre quelle dell’eleganza e della grazia dei movimenti, contrapposte alla forza e alla tecnica dei ballerini italiani.
Nell’Ottocento l’influenza della scuola francese si allargò in breve in tutta Europa, e oggi rappresenta la base dell’insegnamento del balletto.
Ai primi del Novecento tale supremazia fu messa in discussione dalla corrente detta della “danza libera”, come si suole denominare l’insieme dei movimenti coreici che si sono svincolati dal balletto accademico, e che negli Stati Uniti hanno preso il nome di “modern dance”.
Innumerevoli sono le tracce che l’essere umano ha lasciato della sua arte coreutica.
Fin dalla preistoria la danza venne rappresentata nelle pitture, incisioni e graffiti rupestri in tutte le parti del mondo. Queste testimonianze artistiche denotano una tale immediatezza del linguaggio comunicativo visuale che Picasso, dopo aver visto le pitture rupestri, disse che tutto il resto era decadenza.
20) Il gruppo di danza tradizionale iraniana Vazhik è composto da un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia che nel 2010 ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di Vazhik (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio.
Vazhik, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere la ricchezza di questo patrimonio culturale molteplice.
21)
Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, ma la Persia non è che una delle varie realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti.
VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perché convinto che nella diversità si può trovare l’unità.
La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine.
(Autore del testo e del titolo dello spettacolo: Dott.ssa Caterina CIUFERRI)
22)
La danza Bandari
La danza Bandari è una danza che si sviluppa all’epoca della tratta degli schiavi, cioè quando i neri vennero condotti attraverso il mare nel sud dell'Iran (Golfo Persico).
La parola " bandari " significa " gente del porto " e deriva dal vocabolo farsi “bandar”, cioè "porto" .
Per secoli la danza Bandari veniva ballata dai marinai, pescatori e operai del porto. Costoro, al termine della giornata lavorativa, si riunivano negli spiazzi aperti per allentare la tensione e la fatica del lavoro e per passare la serata in allegria.
La musica è ritmica e ballabile ed è accompagnata dal dammam, lo strumento a percussione principale delle feste del Golfo Persico e in generale del sud dell’Iran, una sorta di tamburo ricoperto da una pelle di capra; mentre la danza rievoca i gesti e le operazioni della pesca.
Oggigiorno la danza Bandari viene eseguita in occasione di celebrazioni e matrimoni.
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Testo a cura di Caterina Ciuferri
)Il nome di "DANZA" è un vocabolo che viene usato dopo l’invasione dell’Islam. I vocaboli come BAZI,VAZI,VAZIK e VAZHIK (VAJIK) sono presenti già anticamente nelle didascalie e nelle fonti della letteratura iraniana ma anche nella lingua parlata dalle genti delle varie regioni.
)
La storia della danza dell’altopiano iraniano si può suddividere in tre periodi: il periodo primordiale (antichità), il periodo degli imperatori fino al dominio dell’Islam, e al periodo post islamico. Si tratta di danze che rievocano il lavoro, l’amore, il matrimonio, le feste dopo il trionfo, la danza per la caccia e molte altre, così come esistono un po’ in tutti i paesi del mondo. Oltre a queste danze, c’è la danza classica “Qajar” che ha avuto un periodo di grande popolarità nel Ventesimo secolo;
)
. La danza Kurdi è una danza epica in cui le figure erette e la grazia rappresentano l’integrità della gente kurda considerata zelante da sempre. La danza Kurdi e la sua musica permettono al popolo kurdo di rimanere unito.
)
Segue la Kurdi. La danza Kurdi si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra.
)
Segue la Kurdi. La danza Kurdi si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra.
Alcune delucidazioni:
- Il fazzoletto bianco significa pace e conciliazione tra tutte le etnie.
- Battere il piede in terra significa “questa terra è la mia patria”.
)
Ma i passi e movimenti della danza Azari sono molto simili ad alcune danze folkloriche dell’Italia centro-meridionale.
)
Quando Curoghlo va alla ricerca dei briganti per combatterli, portano la notizia a sua moglie che suo marito è morto ed ella si strugge di dolore per la grande perdita. Ma la notizia non era vera e, mentre lei danza il suo dolore, ritorna suo marito e festeggiano insieme questo trionfo
)
Ogni danza ha dalle 12 alle 18 figure. Le figure rappresentano l’atto del cercare uno sfidante, cantare l’epica della battaglia, il gallo da combattimento, il volteggio di Mahmoudabadi
) Altra danza è la Azari: La vita del popolo dell’Azerbaigian iraniano è rintracciabile in questa danza. Si trattava di gente che viveva nelle città di montagna. Per questo i loro passi sono rapidi, sia per gli uomini che per le donne. In questo spettacolo il gruppo Vazhik racconta il dolore della perdita di Curoghlo, un mito importante per il popolo azero
)
9- Il raccolto viene stivato
10- Le spighe vengono battute per separare il grano dalla pula
11- Setaccio
12- Il grano viene macinato
13- Preparazione dell’impasto e cottura
16- Festa e allegria per il raccolto. Questa è l’ultima figura in cui i ballerini si riuniscono in cerchio e benedicono
) Khorasani; una parte di queste si chiama Afar e rappresenta la coltivazione del grano in 18 figure:
1-Scelta della terra migliore. Mentre la mano sinistra si mette sul punto vita, la mano destra gira sopra della testa a significare che l’energia promana da Dio.
2- Semina: i ballerini, con i costumi coordinati, simulano con la danza la semina della terra.
3- Aratura
4- Copertura dei semi con la terra affinché gli uccelli non li mangino.
5-Solcare la terra per consentire l’irrigazione del campo
veloce delle piante ed un raccolto puntuale.
7- Attesa e sostegno alla coltura
8-
Un’altra danza che verrà rappresentata si chiama ChoobBazi (danza del bastone) perché il bastone è la prima arma usata dagli uomini per difendersi come nella storia di Rostam e Sohrab, due miti epici iraniani).
)
)A seguire, Ghajar: è una danza che deriva dalla danza Azari( nord ovest dell’Iran). Si è sviluppata nei primi anni del XX secolo e riprende le danze del periodo Ghajar delle feste dentro il castello del re in cui le ragazze ballavano per il sovranoMietitura del raccolto
)
Infatti, la parte finale del programma sarà una coreografia che unisce la danza iraniana e quella italiana, combinando queste due culture, lontane e solo apparentemente diverse.
)
Le danze popolari sono soprattutto collettive ed ogni ballerino è parte integrante ed essenziale del gruppo. La danza ha in sé potenzialità con cui crea le nuove energie per scoprire orizzonti sconosciuti
) La storia della danza dell’altopiano iraniano si può suddividere in tre periodi: il periodo primordiale (antichità), il periodo degli imperatori fino al dominio dell’Islam, e al periodo post islamico. Si tratta di danze che rievocano il lavoro, l’amore, il matrimonio, le feste dopo il trionfo, la danza per la caccia e molte altre, così come esistono un po’ in tutti i paesi del mondo. Oltre a queste danze, c’è la danza classica “Qajar” che ha avuto un periodo di grande popolarità nel Ventesimo secolo
Lo spettacolo che il gruppo folkloristico iraniano Vazhik presenta nell’ambito del Festival di Musica e Danza Internazionale di Macerata è teso ad introdurre il pubblico italiano alle atmosfere e cultura di varie regioni dell’Iran e si prefigge lo scopo di costruire un ponte con il Paese che ospita questa ensamble di danzatori iraniani.
Infatti, la parte finale del programma sarà una coreografia che unisce la danza iraniana e quella italiana, combinando queste due culture, lontane e solo apparentemente diverse.
Le coreografie a cura di Hadi Habibnejad trovano un file rouge che vedrete svilupparsi in balletti che riecheggiano movimenti coreutici alla base di tante culture indoeuropee, in uno spirito di fratellanza che serve a creare un milieu comune di totale inIl gruppo Vazhik ha iniziato le sue attività artistiche nel gennaio 2010, avendo come obiettivo principale quello di mettere in scena le DANZE POPOLARI IRANIANE.
Dopo mesi di prova, ha portato in scena le danze Kurdi, Sama, Khorasani e Dayere (che rappresenta l’interazione fra il sole e la luna). Le stesse danze sono state eseguite nel 2010 nelle città di Firenze e Veneziategrazione a superamento di ogni differenza e divisione
Desideriamo ringraziare Tutti coloro che hanno contribuito in vario modo alla realizzazione e al successo nel nostro spettacolo. —
Il nome di "DANZA" è un vocabolo che viene usato dopo l’invasione dell’Islam. I vocaboli come BAZI,VAZI,VAZIK e VAZHIK (VAJIK) sono presenti già anticamente nelle didascalie e nelle fonti della letteratura iraniana ma anche nella lingua parlata dalle genti delle varie regioni.
Il tema della distanza come tensione è infatti un elemento fondamentale e ricorrente nella riflessione estetica e nella produzione artistico-letteraria del novecento.
1)Titolo dello spettacolo: “In principio era la danza – Danze e musica del folklore iraniano”
2)“GRUPPO DI DANZA TRADIZIONALE IRANIANA VAZHIK -Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, ma la Persia non è che una delle varie realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti.VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perché convinto che nella diversità si può trovare l’unità.La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine”.
3) Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, ma la Persia non è che una delle varie realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti.
VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perché convinto che nella diversità si può trovare l’unità.
La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine.
(Autore del testo e del titolo dello spettacolo: Dott.ssa Caterina CIUFERRI)
GRUPPO DI DANZA TRADIZIONALE IRANIANA VAZHIK
Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad. In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio.
La storia della danza dell’altopiano iraniano si può suddividere in tre periodi: il periodo primordiale, il periodo degli imperatori fino al dominio dell’Islam, e il periodo post islamico. Si tratta di danze che rievocano il lavoro, l’amore, il matrimonio, le feste dopo il trionfo, la danza per la caccia e molte altre, così come esistono un po’ in tutti i paesi del mondo.
Lo spettacolo di Vazhik che presenta nella libertà della democrazia italiana è teso ad introdurre il pubblico italiano alle atmosfere e alla cultura di varie regioni dell’Iran e si prefigge lo scopo di costruire un ponte con il Paese che ospita questa ensemble di danzatori iraniani. Le coreografie a cura di Hadi Habibnejad hanno un file rouge che vedrete svilupparsi in balletti che riecheggiano movimenti coreutici alla base di tante culture indoeuropee, in uno spirito di fratellanza che serve a creare un milieu comune di totale integrazione a superamento di ogni differenza e divisione.
PROGRAMMA
- Bandari:
La danza Bandari è una danza che si sviluppa all’epoca della tratta degli schiavi, cioè quando i neri vennero condotti attraverso il mare nel sud dell'Iran (Golfo Persico). La parola " bandari " significa " gente del porto " e deriva dal vocabolo farsi “bandar”, cioè "porto" .
Per secoli la danza Bandari veniva ballata dai marinai, pescatori e operai del porto. Costoro, al termine della giornata lavorativa, si riunivano negli spiazzi aperti per allentare la tensione e la fatica del lavoro e per passare la serata in allegria. La musica è ritmica e ballabile ed è accompagnata dal dammam, lo strumento a percussione principale delle feste del Golfo Persico e in generale del sud dell’Iran, una sorta di tamburo ricoperto da una pelle di capra; mentre la danza rievoca i gesti e le operazioni della pesca.
Primo Intermezzo musicale di Hossein Mohammazadeh che si esibisce al dotar, strumento a due corde suonato nella regione Khorasan, la regione più grande del nord est dell’Iran. Questo strumento antico è fatto di legno di gelso con un manico di legno di albicocca o noce. Ne esistono di vari tipi e stasera ascolterete il suono del dotar di “Torbat e Jam”.Khorasani:
Una delle danze Khorasani si chiama Afar e rappresenta la coltivazione del grano in queste operazioni:
- Scelta della terra migliore. Mentre la mano sinistra si mette sul punto vita, la mano destra gira sopra della testa a significare che l’energia promana da Dio.
- Semina: i ballerini, con i costumi coordinati, simulano con la danza la semina della terra.
- Aratura e copertura dei semi con la terra affinché gli uccelli non li mangino.
- Solcare la terra per consentire l’irrigazione del campo
- Preghiera a Dio affinché consenta una crescita veloce delle piante ed un raccolto puntuale.
- Attesa e sostegno alla coltura
- Mietitura del raccolto
- Il raccolto viene stivato. Le spighe vengono battute per separare il grano dalla pula
- Setaccio Il grano viene macinato
- Preparazione dell’impasto e cottura
- Adorazione a Dio. Si rappresenta ponendo le mani davanti al viso e sulla fronte
- Ringraziamento e gratitudine alla madre terra poggiando la mano sul suolo
- Festa e allegria per il raccolto. Questa è l’ultima forma in cui i ballerini si riuniscono in cerchio e lodano.
- Un’altra danza del Khorasan che verrà rappresentata si chiama ChoobBazi (danza del bastone) perché il bastone è la prima arma usata dagli uomini per difendersi, così come avviene nella storia di Rostam e Sohrab, due miti epici iraniani. Le figure rappresentano l’atto del cercare uno sfidante, cantare l’epica della battaglia, il gallo da combattimento, il volteggio detto di Mahmoudabadi.
- Secondo Intermezzo musicale di Hossein Mohammazadeh che si esibisce al tanbur, uno strumento tradizionale della regione che va dal Khorasan al Kurdistan , proprio per introdurre la seconda parte delle danze, sottolineando il passaggio dal nord est all’ovest dell’Iran. Il tanbur è uno strumento con tre corde: due corde in acciaio accordate ad intervalli di quinta, quarta, o di seconda. La corda superiore può a volte essere raddoppiata.
- Kurda:
La danza Kurda si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui, da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra. Si tratta di una danza epica in cui le figure erette e la grazia rappresentano l’integrità della gente kurda. Sia la danza che la musica consentono al popolo kurdo di rimanere unito.
Alcune delucidazioni:
- Il fazzoletto bianco significa pace e conciliazione tra tutte le etnie. - Battere il piede in terra significa “questa terra è la mia patria”.
- Terzo Intermezzo musicale di Hossein Mohammazadeh che si esibisce al liuto dotar in improvvisazioni, frutto della sua lunga esperienza di musicista di livello.
- Azera:
La vita del popolo dell’Azerbaigian iraniano è rintracciabile in questa danza. Si trattava di gente che viveva nelle città di montagna. Per questo i loro passi sono rapidi, sia per gli uomini che per le donne. In questo spettacolo il gruppo Vazhik racconta il dolore della perdita di Curoghlo, un mito importante per il popolo azero. Quando Curoghlo va alla ricerca dei briganti per combatterli, sua moglie viene informata della morte del marito ed ella si strugge di dolore per la grande perdita. Ma la notizia è infondata e, mentre lei danza il suo dolore, ritorna suo marito e festeggiano insieme il suo trionfo.
I passi e i movimenti della danza Azera sono molto simili ad alcune danze folkloriche dell’Italia centro-meridionale.
-l’Iran incontra l’Italia: questa coreografia unisce la danza iraniana e quella italiana, combinando queste due culture, distanti e solo apparentemente diverse, in una tarantella di colore.
-Gran finale- potpourri di tutte le danze presentate perché VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, vuol far conoscere questa pluralità, convinto che nella diversità si può trovare l’unità. La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine.
4) “DANZE E FOLKLORE IRANIANO”
Il progetto di VAZHIK:
uno strumento universale di comunicazione
Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”), ed ha programmato di esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
Delle sette arti, la danza è stata la prima arte sviluppata dall’uomo per comunicare in modo armonico ed efficace, al di là dell’espressione verbale e nonostante l’età degli individui che la praticano. Per questo la danza non è rappresentazione della realtà e della natura, ma ad essa si ispira e comunica in maniera universale, senza barriere di confini o di cultura. È pertanto un’arte astratta.
È risaputo che in Iran esiste una cultura millenaria che è la sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, dove persino l’imperatore Valeriano fu costretto alla sconfitta. Ma la Persia non è che una singola realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti. Nelle zone più fredde i movimenti della danza folklorica sono più rapidi e decisi, mentre nelle zone calde del paese i movimenti sono più lenti, morbidi e aggraziati.
Gli abitanti delle zone montane non ballano in coppia e generalmente si muovono in uno spazio limitato rispetto a quelli che vivono nelle zone pianeggianti; le loro danze sono caratterizzate da una gestualità più dinamica; mentre gli abitanti delle pianure generalmente danzano anche in coppia e coralmente.
Le danze e i giochi dai nomi diversi sono molto importanti nella storia della musica e dello spettacolo dell’Iran. I balli popolari raccontano sempre di storie legate alle attività lavorative, agli avvenimenti sociali o alle leggende locali.
In Iran, accanto alla danza folklorica, vi è la danza classica iraniana, una forma espressiva coreutica che risale a circa centocinquanta anni fa, vale a dire al tempo dei re Ghajar: è una danza che deriva dai balli Azari del nord ovest dell’Iran e veniva danzata dalle ragazze per il sovrano nel corso delle feste a corte.
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VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perchè convinto che nella diversità si può trovare l’unità e non solo nel proprio paese, bensì anche in Italia e in tutto il mondo, soprattutto in questa delicata congiuntura mondiale. Pertanto Il gruppo VAZHIK è teso a costruire un ponte con il resto dell’umanità e precipuamente con l’Italia, il paese in cui si è nato.
A tal fine ha deciso sin dall’inizio di includere nel proprio programma alcune danze italiane che ricordano nella gestualità e nei passi quelle popolari iraniane, come ad esempio la Sinfonia da ” L'Italiana in Algeri” di Gioacchino Rossini danzata a mo’ delle danze popolari del Meridione d’Italia.
La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine.
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Il gruppo VAZHIK – che all’inizio si era chiamato Danoush, cioè “immortale” - è composto di 8 elementi, tra uomini e donne. Si tratta di un collettivo in cui ognuno, oltre a danzare, segue un settore specifico di attività del gruppo sotto la guida del direttore artistico Hadi Habibnejad.
Il gruppo si è già esibito in Italia in varie circostanze, tra cui:
- (omissis)
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Il gruppo VAZHIK è stato più volte oggetto di riprese televisive e articoli di giornale.
Alcuni dei suoi video e recensioni sono visibili in Internet.
Dettagli dello spettacolo
Lo spettacolo che Vazhik intende proporre si compone di 10 danze, di cui 8 di folklore iraniano (Azera, Croughlu, Khorasani, Danza del bastone, Daf, Kurdì, 2 danze Bandarì), 1 di folklore italiano e il gran finale composto di elementi di tutte le precedenti danze con i danzatori che indossano i costumi delle varie regioni di provenienza. Sullo sfondo saranno proiettate immagini che descrivono le caratteristiche e le particolarità di ogni regione. Le musiche iraniane sono tutte della tradizione, saranno su base preregistrata con il Dotar (uno strumento musicale del nord est) e suonato dal vivo dal Maestro Hossein Mohammadzadeh.
5)
LA DANZA di TORBAT-E JAM
La danza di Torbat-e Jam – città del nord est dell’Iran - è nota per essere un ballo collettivo. I danzatori si pongono in circolo e cominciano a danzare, e in ogni fase di questa danza di gruppo rappresentano un momento della coltivazione e mietitura del grano, come la falciatura, la raccolta della messe, separare il grano dalla pula, il setacciare, la molitura con gesti saggi.
Per i ballerini è molto importante la sincronia dei movimenti e l’armonia delle forme all’interno del gruppo.
A Torbate Jam troviamo una delle più ricche culture musicali iraniane. Infatti la loro musica può essere per soli strumenti e musica cantata, ma sempre accompagnata da strumenti musicali folcloristici, come il DOTAR e il SORNA. Poi ci sono le danze cerimoniali e quelle tradizionali che raccontano i valori storici, sociali e culturali del luogo.
Le scale modali degli strumenti Sorna e Dohol caratterizzano i motivi e le danze delle cerimonie che spesso si svolgono nel corso di feste in allegria e giubilo.
KELAGH RAH (danza della cornacchia)
Questa danza si esegue generalmente prima della celebrazione del matrimonio e indica che lo sposalizio è imminente. In Iran il gracchiare della cornacchia è difatti portatore di novità.
ALLAH SAHAR(Dio e Alba)
È una delle scale modali detta ALLAH SAZ e si esegue con lo strumento SORNA.
LE DANZE RITUALI
I motivi e le danze locali non sono che il riflesso dalla storia e dell’evoluzione delle popolazioni indigene. Queste danze possono essere festose, epiche, spirituali e marziali.
Anche a Torbat-e Jam gli spettacoli cerimoniali che sono denominati “giochi” o danze sono assai varie. Le danze quali DOROUGHE e HEYHAMBE si sono perse e altre come GOLPATIKHAN sono sul punto di essere dimenticate.
ELEMENTI DELLE DANZE DI TORBAT-E JAM:
1-HATAN: significa “leone della selva e di montagna” ed è una danza di preparazione del corpo. Si tratta di una delle danze maggiormente eseguite nella regione del KHORASAN.
I movimenti Hatan sono sportivi e ricordano gesta eroiche. Si facevano per preparare il fisico e lo spirito.
I passi e i gesti sono ritmici, compreso il giro da destra a sinistra e viceversa e i salti che rappresentano l’attacco e il contrattacco eseguito da un minimo di 12 ad un massimo di 100 ballerini. Questi ultimi al termine con le braccia e le mani ringraziano la madre terra per la sua fecondità al suono del Sorna.
2-CHOOB BAZI: Questa danza è caratterizzata dal bastone di legno(Choob Bazi), primo strumento di difesa personale. Possono essere uno o due bastoni che rievocano l’epica di Rostam e Sohrab, due miti iraniani.
I passi vanno da 12 a 18 per rappresentare la sfida, l’attacco e il contrattacco, la fuga, il gallo da combattimento, il giro di Mahmudabadi.
3-MASHGH PILTAN (Mashgh=Sfilata militare, Piltan= uomini valorosi): Il tempo della dinastia degli Achemenidi e degli Arsacidi eccelleva nella preparazione del corpo dei militari che si esibivano al suono del SORNA che verrà poi sostituito dalla tromba nelle celebrazioni dei trionfi in battaglia.
4-SECHAKKE: Quasi dimenticata, questa danza racconta l’addio di due tribù.
5-GOLPATI KHAN: è il racconto di un pastore innamorato della figlia del capo di un villaggio e della discriminazione contro di lui a motivo della differenza di classe sociale. Il pastore viene ucciso con un pugnale dai fratelli della ragazza e con un canto di gola si accompagna questa danza del coltello.
6-HANAI(Henné): Racconta la festa di matrimonio. Nell’ultima notte in cui la ragazza rimane dai suoi genitori e all’indomani andrà da suo marito, le sue mani vengono tinte con l’henné. I familiari e gli amici e parenti degli sposi partecipano a questa festa e anche loro si tingono le mani di henné in segno di allegria. I convenuti portano poi i doni alla sposa. Questa danza la prima comincia con passi lenti e pesanti e termina con gesti che ricordano il momento della tintura. Si compone di 18 passi, sebbene alcuni non si eseguano più.
7-AFAR: Afar viene dal verbo AFARIDAN(Creare) che in questa zona si chiama agli altri nomi come “APAR,AFAR,LAPA. La fanno In due forme:coltura e tenuta e raccogliere del grano, e invece preparare i tappeti.
.
AFAR TESSERE DEL TAPPETO:
Questo costume comicia con la scelta della pecora per la tosatura.
-Tosare la pecora
-La filatura delli velli con il tosatore(che si chiama GELAK)
-Colorare i fili
-Costruire la macchina dall’intelaiatura(che si fa con la mano)
-Aprire i fili e preparare circolare
-Trecciare il tappeto con riempire DAM(a ogni infilata dicono DAM)
-Pettinata all’ordito
-Tagliare ed espletamento trecciare DAM(con lareplica di questo lavoro trecciare il tappeto finisce)
-Tagliare il tappeto
-Portere il tappeto a l mercato per vendere mentre lo mettono sulla spalla
-Tendere il tappeto per misurare
-Misurare
-Vendere
-Contare i soldi che ha lavorato per quanti mesi
-Pregare
-Festa e allegrezza
LA DANZA di TORBAT-E JAM
La danza di Torbat-e Jam – città del nord est dell’Iran - è nota per essere un ballo collettivo. I danzatori si pongono in circolo e cominciano a danzare, e in ogni fase di questa danza di gruppo rappresentano un momento della coltivazione e mietitura del grano, come la falciatura, la raccolta della messe, separare il grano dalla pula, il setacciare, la molitura con gesti saggi.
Per i ballerini è molto importante la sincronia dei movimenti e l’armonia delle forme all’interno del gruppo.
A Torbate Jam troviamo una delle più ricche culture musicali iraniane. Infatti la loro musica può essere per soli strumenti e musica cantata, ma sempre accompagnata da strumenti musicali folcloristici, come il DOTAR e il SORNA. Poi ci sono le danze cerimoniali e quelle tradizionali che raccontano i valori storici, sociali e culturali del luogo.
Le scale modali degli strumenti Sorna e Dohol caratterizzano i motivi e le danze delle cerimonie che spesso si svolgono nel corso di feste in allegria e giubilo.
KELAGH RAH (danza della cornacchia)
Questa danza si esegue generalmente prima della celebrazione del matrimonio e indica che lo sposalizio è imminente. In Iran il gracchiare della cornacchia è difatti portatore di novità.
ALLAH SAHAR(Dio e Alba)
È una delle scale modali detta ALLAH SAZ e si esegue con lo strumento SORNA.
LE DANZE RITUALI
I motivi e le danze locali non sono che il riflesso dalla storia e dell’evoluzione delle popolazioni indigene. Queste danze possono essere festose, epiche, spirituali e marziali.
Anche a Torbat-e Jam gli spettacoli cerimoniali che sono denominati “giochi” o danze sono assai varie. Le danze quali DOROUGHE e HEYHAMBE si sono perse e altre come GOLPATIKHAN sono sul punto di essere dimenticate.
ELEMENTI DELLE DANZE DI TORBAT-E JAM:
1-HATAN: significa “leone della selva e di montagna” ed è una danza di preparazione del corpo. Si tratta di una delle danze maggiormente eseguite nella regione del KHORASAN.
I movimenti Hatan sono sportivi e ricordano gesta eroiche. Si facevano per preparare il fisico e lo spirito.
I passi e i gesti sono ritmici, compreso il giro da destra a sinistra e viceversa e i salti che rappresentano l’attacco e il contrattacco eseguito da un minimo di 12 ad un massimo di 100 ballerini. Questi ultimi al termine con le braccia e le mani ringraziano la madre terra per la sua fecondità al suono del Sorna.
2-CHOOB BAZI: Questa danza è caratterizzata dal bastone di legno(Choob Bazi), primo strumento di difesa personale. Possono essere uno o due bastoni che rievocano l’epica di Rostam e Sohrab, due miti iraniani.
I passi vanno da 12 a 18 per rappresentare la sfida, l’attacco e il contrattacco, la fuga, il gallo da combattimento, il giro di Mahmudabadi.
3-MASHGH PILTAN (Mashgh=Sfilata militare, Piltan= uomini valorosi): Il tempo della dinastia degli Achemenidi e degli Arsacidi eccelleva nella preparazione del corpo dei militari che si esibivano al suono del SORNA che verrà poi sostituito dalla tromba nelle celebrazioni dei trionfi in battaglia.
4-SECHAKKE: Quasi dimenticata, questa danza racconta l’addio di due tribù.
5-GOLPATI KHAN: è il racconto di un pastore innamorato della figlia del capo di un villaggio e della discriminazione contro di lui a motivo della differenza di classe sociale. Il pastore viene ucciso con un pugnale dai fratelli della ragazza e con un canto di gola si accompagna questa danza del coltello.
6-HANAI(Henné): Racconta la festa di matrimonio. Nell’ultima notte in cui la ragazza rimane dai suoi genitori e all’indomani andrà da suo marito, le sue mani vengono tinte con l’henné. I familiari e gli amici e parenti degli sposi partecipano a questa festa e anche loro si tingono le mani di henné in segno di allegria. I convenuti portano poi i doni alla sposa. Questa danza la prima comincia con passi lenti e pesanti e termina con gesti che ricordano il momento della tintura. Si compone di 18 passi, sebbene alcuni non si eseguano più.
7-AFAR: Afar viene dal verbo AFARIDAN(Creare) che in questa zona si chiama agli altri nomi come “APAR,AFAR,LAPA. La fanno In due forme:coltura e tenuta e raccogliere del grano, e invece preparare i tappeti.
AFAR di coltura del grano si fa con 18 pose:
1-Scegliere la terra migliore mediante capo. Mentre la mano sinistra si mette sulla vita, la mano destra gira a sopra della testa che è il simbolo di prendere l’energia da Dio.
2- La fase seminare: 12 ballerini con i vestiti coordinati fanno seminare nella terra.
3- Arare
4- Coprire la pillola nella terra per l’intralcio di sfondare e mangiarsi ai granaioli.
5- fare il solco per andare l’acqua a tutta terra
6- Pregare dal Dio per vegetare più veloce e punrulmente della raccolta.
6)
STORIA DELLA DANZA KURDI O HALPARKE
Halparke rappresenta l’intero sistema di vita, di comunicazione, lotta e discussione del popolo curdo .
La danza Kurdi si può dire che sia la danza più autentica e antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare il fisico e lo spirito, poiché la gente del Kurdistan viveva in un luogo in cui, da non molto lontano, proveniva l’eco della guerra tribale. Per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra. La danza Kurdi è una danza epica. La fermezza e la gentilezza rappresentano l’integrità della gente nella loro fierezza dimostrata nel corso dei secoli.
Oggi l’insieme di queste balli si chiama CHOUPI e di solito queste danze si ballano in gruppo. La danza Kurdi e la musica curda hanno consentito al popolo di rimanere sempre unito.
In questa danza la persona più abile guida il gruppo di ballerini, ed è il primo della fila, sventola un fazzoletto bianco che tiene nella mano destra, dando così il ritmo agli altri ballerini. Questa persona si chiama SARCHOUPI e, con il movimento del fazzoletto e la voce incitante, fa crescere la tensione della danza.
Contemporaneamente gli altri ballerini, sono tutti sulla stessa linea e senza fazzoletto in mano e ognuno di loro con la mano sinistra prende la mano destra della persona che si trova alla sua sinistra. Questo passo si chiama GAVANI.
Nella danza Kurdi tutti i ballerini guardano il capogruppo o sarchoupi e, danzando in armonia, dimostrano la millenaria unità della loro gente. A volte un ballerino si stacca dagli altri ballerini e, ponendosi al centro, balla da solo con due fazzoletti colorati. Questa danza si chiama DODASMALE(due fazzoletti) ed è eseguita nella zona di Kermanshah.
Le variazioni principali della danza Kurdi sono le seguenti:
1-Gahrian. 2-Posht pa. 3-Halgartan. 4-Fatah pasha. 5-Lablan. 6-Chipi. 7-Zahzangi. 8-Shahlai. 9-Sijar. 10-Khan amiri.
Il fazzoletto bianco significa pace e conciliazione con le altre etnie.
Battere il piede in terra significa ”questa terra è la mia patria”.
GAHRIAN:
Gahrian in lingua Kurda indica il viaggio che si effettua dalla città alla campagna. Questa danza può essere di due tipi: campestre e cittadina. Questa danza comincia lentamente e gradualmente si fa più veloce.
È ispirata al viaggio che gli abitanti Kurdi effettuano dalla città alla campagna della loro terra. La varietà del ritmo deriva dalle esperienze di tale viaggio. Questa danza, si può dire, che sia un modo per osservare attentamente gli oggetti e tutte le cose della natura. Gahrian prepara la persona ad una vita fortemente dinamica e prepara i ballerini ad altre danze. In quasi tutta la zona del Kurdistan, la melodia che viene eseguita è la stessa e il primo passo viene mosso con la gamba sinistra; ma il ritmo principale inizia sempre con la gamba destra.
POSHT-E PA:
Posht-e pa è una danza più veloce della danza Gahrian e viene eseguita solo da uomini. Richiama l’uomo a destarsi e a mettere a frutto l’esperienza per evitare le cose negative.
HALGARTAN:
Halgartan letteralmente significa “drizzare”. Questa danza è molto animata ed evoca la gioia di perseguire una meta nella vita. Il ritmo veloce della melodia contrasta qualsiasi passività e staticità.
FATAH PASHAI:
Fatah Pashai letteralmente significa “festa ed atti di gioia”. La musica di questa danza viene eseguita in tutte zone del Kurdistan con lo stesso ritmo che è assai veloce. I curdi amano molto questa danza perché è una danza di ringraziamento a Dio e per essere in grado di avvalersi dei Suoi doni.
LAB LAN:
Questa danza viene eseguita dopo la danza Fatah Pashai ed ha un ritmo lento e i movimenti sono morbidi, come accade nella vita. Dopo le danze Gahrian,Posht-e Pa, Halgartan e Fatah Pashai, che hanno i ritmi veloci e molto animati, per riposare e per riprendersi, si balla il Lab Lan. Serve ad avvicinare alla meditazione e alla lungimiranza e a concentrarsi su se stessi. È una danza che dà sollievo a chi guarda e a chi la esegue.
CHAPI(mancino):
Il ritmo di questa danza è doppio e serve per valorizzare la parte sinistra perché spesso lavora meno e contemporaneamente serve ad usare tutto il corpo, ma deve sempre accentuare il movimento della parte sinistra.
ZAHNAGI O ZANDI:
In questa danza i ballerini fanno un passo saltato in avanti e poi un passo saltato indietro e continuano così fino alla fine. Tale danza rappresenta la necessità di essere accorti, attenti e di analizzare ciò che si fa. Esalta il camminare lentamente per osservare ciò che ci circonda.
SHAHLAI:
Shahlai viene eseguita in contrappunto alla musica e racconta un combattimento finito in tragedia. In questa danza i passi somigliano ad una andatura zoppicante perché si vuole raffigurare agli spettatori la realtà della perdita.
SEJAR:
Questa danza ha un ritmo sia lento che veloce e significa “tre volte”. Si fanno tre passi in avanti; e in realtà serve a ricordare il numero 3 che nella cultura del Kurdistan esprime sacralità.
KAN AMIRI
Anche questa danza ha un ritmo veloce. I ballerini si abbracciano creando un cerchio molto grande con una coordinazione tra mani e piedi. Rappresenta la superbia del Khan(capo villaggio) ed anche la vittoria e il volo.
7)
7- Attendere e sostenere la coltura
8- Mietere la raccolta
9- Portare la raccolta per il pagliaio
10- Colpire la raccolta alla segregazione la paglia e il grano
11- Bucherellare
12- Macinare il grano
13- Preparare la pasta e cucinare
14- Rappresentare un anno cattivo e la raccolta poco con vergare la mano sulla testa
15- Rappresentare un anno della carestia con vergare la mano sulla testa
16- L’adorazione al Dio. Questa forma si fa giacché due mani sono avanti della faccia e la fronte
17- Mettere la mano destra per il simbolo ringrazia e gratitudine dalla mamma della terra .
18- Festante e allegrezza per. In questa forma che è l’ultima, i ballerini si affollano discoidale e benedicono.
AFAR TESSERE DEL TAPPETO:
Questo costume comicia con la scelta della pecora per la tosatura.
-Tosare la pecora
-La filatura dei velli con il tosatore(che si chiama GELAK)
-Colorare i fili
-Costruire la macchina dall’intelaiatura(che si fa con la mano)
-Aprire i fili e preparare circolare
-Trecciare il tappeto con riempire DAM(a ogni infilata dicono DAM)
-Pettinata all’ordito
-Tagliare ed espletamento trecciare DAM(con la replica di questo lavoro trecciare il tappeto finisce)
-Tagliare il tappeto
-Portere il tappeto a l mercato per vendere mentre lo mettono sulla spalla
-Tendere il tappeto per misurare
-Misurare
-Vendere
-Contare i soldi che ha lavorato per quanti mesi
-Pregare
-Festa e allegrezza
8)
“DANZE E FOLKLORE IRANIANO”
Progetto di VAZHIK
Uno strumento universale di comunicazione
Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani in Italia prese l’iniziativa di mettersi insieme per divulgare la propria cultura, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Tra tutte le arti rappresentative, il gruppo, che prese il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”), decise di esibirsi soprattutto nella danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
Di tutte le sette arti – otto con il cinema – la danza è stata la prima arte sviluppata dall’uomo per comunicare in modo armonico ed efficace, al di là dell’espressione verbale e nonostante l’età degli individui che la praticano. Per questo la danza non è rappresentazione della realtà e della natura, ma ad esse si ispira e comunica in maniera universale, senza barriere di confini o di cultura. È pertanto un’arte astratta.
È risaputo che in Iran esiste una cultura millenaria che è la sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, dove persino l’imperatore Valeriano fu costretto alla sconfitta. Ma la Persia non è che una singola realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti. Nelle zone più fredde i movimenti della danza folklorica sono più rapidi e decisi, mentre nelle zone calde del paese i movimenti sono più lenti, morbidi e aggraziati.
Gli abitanti delle zone montane non ballano in coppia e generalmente si muovono in uno spazio limitato rispetto a quelli che vivono nelle zone pianeggianti; le loro danze sono caratterizzate da una gestualità più dinamica; mentre gli abitanti delle pianure generalmente ballano anche in coppia e coralmente.
Le danze e i giochi dai nomi diversi sono molto importanti nella storia della musica e dello spettacolo dell’Iran. I balli popolari raccontano sempre delle storie legate alle attività lavorative, agli avvenimenti sociali o alle leggende locali.
In Iran, accanto alle danze folkloristiche, vi è la danza classica iraniana, una forma espressiva coreutica che risale a circa centocinquanta anni fa, vale a dire al tempo dei re Ghajar: è una danza che deriva dai balli Azeri del nord ovest dell’Iran e veniva danzata dalle ragazze per il sovrano nel corso delle feste a corte.
******
VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perché convinto che nella diversità si può trovare l’unità e non solo nel proprio paese, bensì anche in Italia e in tutto il mondo, soprattutto in questa delicata congiuntura mondiale. Pertanto VAZHIK, tre dei cui membri sono studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, è teso a costruire un ponte con il resto dell’umanità e precipuamente con l’Italia, il paese in cui si trova ed ha deciso sin dall’inizio di includere nel proprio programma delle danze italiane che ricordano nella gestualità e nei passi quelle popolari iraniane, come ad esempio la Sinfonia da ” L'Italiana in Algeri” di Gioacchino Rossini danzata a mo’ delle danze popolari del Meridione d’Italia. 2
9)
Nome: Hadi
Cognome: Habibnejad
Data e luogo di nascita: 15/01/1983 Teheran
Inizia ad apprendere le arti dello spettacolo nel 1999 quando entra al Liceo di Arti e Spettacolo. Dopo due anni di studio, prove ed esercitazioni entra a far parte di un gruppo di professionisti di Teatro e Danza. Fin dagli esordi ha sentito di poter dare di più con il ballo e per questo si è unito al gruppo di danza “HAREKAT” e con loro si esibisce nello spettacolo “Mire Eshgh”.
Sotto la guida della maestra Farzaneh Kaboli apprende le danze popolari iraniane e la danza classica (balletto). In questo periodo, imparare ad eseguire direttamente sul palco e ciò gli consente di acquisire una maggiore consapevolezza dei movimenti e dello spazio in scena. Nell’anno 2003 entra all’università per studiare grafica, ma continua assiduamente anche la danza e collabora con compagnie teatrali e di danza a diversi programmi televisivi. Inoltre, dal 2006 al 2009 matura esperienze di assistenza alla regia per film e TV e grafica televisiva. Per quanto riguarda la danza, collabora con registi televisivi famosi quali Foad Saffarianpour e suo fratello Siavash, nonché con il regista teatrale Hadi Marzban.
Nel 2009 frequenta il corso di lingua italiana e si iscrive poi al corso di Grafica all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ma sentendo che la sua vita è soprattutto per la danza, già dopo pochi mesi dall’arrivo in Italia inizia mette insieme una compagnia di ballerini iraniani, dedicandosi altresì alla coreografia e regia delle loro danze. Dopo 4 mesi di prove si esibiscono in due spettacoli a Giavera e a Firenze.
Qui di seguito si elencano alcuni dei suoi principali lavori nell’ambito della danza e della coreografia:
(omissis)
10)
• Capodanno Iraniano: si festeggia fin dai tempi antichi (prima del 559 a.c.); ancora oggi l'anno nuovo iraniano (capodanno = noruz) si festeggia con il primo giorno della natura cioè con l’inizio della primavera (21 marzo),quando si risveglia la natura.
• Attualmente i festeggiamenti durano più di 13 giorni e sono molto sentiti dal popolo iraniano.
• L’ultimo mercoledì dell’anno vecchio si procede alla pulizia di case e giardini e alla sera si festeggia con accendendo falò e saltando sul fuoco, segno di purificazione, si canta e si chiede di godere di buona salute nell’anno nuovo, lasciando e bruciando i problemi del passato; durante la notte ci si traveste con abiti di solito femminili e si bussa alle porte delle case chiedendo doni (di solito chi bussa conosce il padrone della casa ma non viceversa )…ecc.
• Il giorno e all’ora esatta in cui cambia l’anno (al momento preciso dell’equinozio di primavera) tutta la famiglia, vestita a nuovo, si ritrova intorno a haftsin, sette cose che iniziano con sin, che fin dall’antichità simboleggiano buoni auspici: il pesce rosso nell’acqua( pesce a colori allegri e vitalità, è sempre in movimento e quindi è simbolo di felicita’ ) mentre l’acqua è simbolo di limpidezza, due uova (simbolo di fertilità) sulle quali si disegnano due personaggi famosi, tipici del teatro classico iraniano: uno il signore benestante l’altro il suo schiavo di colore che con le sue battute prende in giro il suo padrone ( non sempre il padrone è più saggio del suo operaio ), senged (giuggiola) e’ un frutto poco importante, ma sta a simboleggiare che c’è sempre posto per tutti, si preparano le piantine di lenticchie un paio di settimana prima quale simbolo di ricchezza, le candele accese simboleggiano la luce della vita, i soldi perchè non manchino mai, lo specchio simboleggia la sincerità, il pane simboleggia i doni, la mela il frutto proibito mangiato da Adamo e Eva… ect. (Festa non religiosa)
• Ed ora i componenti del Haft Sin sono:
Capodanno Iraniano
sekeh = Moneta d'oro come segno di ricchezza ed abbondanza
samanu - E' un preparato dolce vegetale
sabze - I germogli del grano, lenticchia o ceci che si fanno germogliare 2 settimana prima del evento.
Sonbol - Fiore Primaverile Giacinto
seer - Aglio
senjed -Un frutto tipo Giugiule
serkeh - Aceto
Nel caso di non reperibilità uno di questi prodotti sopraelencati che hanno iniziale la lettera -S-, si possono sostituire con un altro prodotto che abbia l'iniziale la lettera S - tipo Sib che significa la mela o Somagh =
• spezia
Il sacro corano è uno dei componenti fissi del tavolo per gli iraniani musulmani.
Anche lo specchio e il pesciolino rosso e il Samovar (bollitore e il teiera), sono degli componenti fissi del tavolo Haft Sin.
Nei giorni successivi si va a visitare i parenti più anziani, una tradizione islamica che fornisce una propizia occasione per le riconciliazioni in caso di contrasti in
• famiglia.
Incontrandosi per strada si dice "Sad sal bé in sal-ha" (abbia cento anno meglio di questo) ed altri auguri di questo tipo. Alla fine la festa è un costo per le famiglie, per le cose da mangiare, per le mance e per i vestiti nuovi, ma sono soldi spesi con gioia.
Prima danza è danza “Kurda”. La danza Kurdi si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per
• una tradizione islamica che fornisce una propizia occasione per le riconciliazioni in caso di contrasti in famiglia.
Incontrandosi per strada si dice "Sad sal bé in sal-ha" (abbia cento anno meglio di questo) ed altri auguri di questo tipo. Alla fine la festa è un costo per le famiglie, per le cose da mangiare, per le mance e per i vestiti nuovi, ma sono soldi spesi con gioia.
Prima danza: è danza “Kurda”. La danza Kurdi si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra.
Seconda Danza è la “Ghajar”: è una danza che deriva dalla danza Azari( nord ovest dell’Iran). Si è sviluppata nei primi anni del XX secolo e riprende le danze del periodo Ghajar delle feste dentro il castello del re in cui le ragazze ballavano per il sovrano.
Terza danza è Azera. La vita del popolo dell’Azerbaigian iraniano è rintracciabile in questa danza. Si trattava di gente che viveva nelle città di montagna. Per questo i loro passi sono rapidi, sia per gli uomini che per le donne. Stasera due danzatori raccontano il dolore della perdita di Curoghlo, un mito importante per il popolo azero.
L’ultima danza è una danza che mette insieme varie danze folkloristiche iraniane: Azera, Kurda, khorasani, Gilaki, Bandari ecc che invita tutti a danzare e gioire.
11) Artistic Director and Choreographer of “Vazhik” Dance Company:
Name and surname : Hadi Habibnejad
Date and place of birth: 15/01/1983, Tehran (Iran)
Current address: Via Cesare De Lollis, 20 - 00185 ROME - Italy
Hadi Habibnejad began to learn the performing arts in 1999 when he entered the College of Arts and Entertainment (DOVE?). After two years of study, training and rehearsals, he joined a theatre and dance group of professionals. From the very beginning he felt that he could give more with dance. And that is the reason why he joined the dance company "HAREKAT" and with them performed in the show "Mire Eshgh"(DOVE? QUANDO?)..
Under the guidance of teacher Farzaneh Kaboli, Habibnejad learned the Iranian folk dances and classical dance (ballet). During this period, he learned to perform the dances directly on the stage and this allowed him to gain a greater awareness of movements and space on stage. In the year 2003, he entered the university (QUALE E DOVE) to study graphic design, but also continued assiduously to dance and worked together with theatre and dance groups in various television programs (CHE TIPO DI PROGRAMMI E SU QUALE TELEVISIONE). In addition, from 2006 to 2009 he worked and gained experience as assistant film and TV director as well as in television graphics(CHE TIPO DI PROGRAMMI E SU QUALE TELEVISIONE). As for the dance, he worked with famous TV directors such as Foad Saffarianpour and his brother Siavash, as well as with theatre director Hadi Marzban (DOVE E QUANDO).
In 2009 he attended an Italian language course and then enrolled in the university course of Graphic Design at the Academy of Fine Arts in Rome. But feeling that his life is especially for dancing, after a few months from his arrival in Italy he put together a company of Iranian dancers (now also including Italian dancers), devoting his time also to the choreography and direction of their dances. After 4 months of rehearsals, they performed in two shows, in Giavera and in Florence.
Some of his major works in dance and choreography are:
- 2001 Tehran "Mire Eshgh" - Theatre Roudaki (Vahdat)
- 2001 Tehran "Hamase Enghelab Sang" - Theatre Roudaki (Vahdat)
- 2002 Tehran "Jasjnvare Admin" (Iranian Popular Dances).
- Fajr International Film Festival - 2003 Tehran "Memories of a second-role actor" Theater-Roudaki (Vahdat)
- 2004 Tehran "The moment of madness" - Theatre Roudaki (Vahdat)
- 2005 Tehran "Inauguration of the Olympic World Games of Muslim
women" - Enghelab Hall of the Ministry of the Interior
- 2006 Tehran "Paingozar Saghakhaneh" - Theatre Roudaki (Vahdat)
- 2009 Tehran "PHILIPS Party" Director(DI COSA?): Hadi Habibnejad.
- 2010 Giavera. Italy "Iranian folk dances"
- 2010 Florence. Italy "Iranian folk dances"
- 2011 Rome. Italy - Dance performance:" The preparation of paper"
at the Academy of Fine Arts in Rome
- 2010 Rhythms and Dances of the World - Giavera (TV)
- 2010 Festival Jazzato in Florence
- 2012 Welcome to Tehran - Theatre Space NO'HMA Teresa Pomodoro-
Milan
- 2012 “Sounds and dances for a trip to the world of Rumi” directed by
A. Giupponi - Parco della Musica - Rome Auditorium / Sala Sinopoli
- 2012 XIX MUSIC AND ART 2012 - Tolentino (MC)
- 2012 XIX MUSIC AND ART 2012 - Pollenza (MC)
- 2012 Festa della Pace - San Ginesio (MC)
12)
La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza pacifica che supera ogni barriera e confine.
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Il gruppo VAZHIK – che all’inizio si era chiamato Danoush, cioè “immortale” - è composto di 8 elementi, tra uomini e donne. Si tratta di un collettivo in cui ognuno, oltre a danzare, segue un settore specifico di attività del gruppo sotto la guida del direttore artistico Hadi Habibnejad.
Il gruppo si è già esibito in Italia in varie circostanze, tra cui(omissis)
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Il gruppo VAZHIK è stato più volte oggetto di riprese televisive e articoli di giornale.
Alcuni dei suoi video e recensioni sono visibili in Internet.
Sitografia
Dettagli dello spettacolo
Lo spettacolo che Vazhik intende proporre si compone di 10 danze, di cui 8 del folklore iraniano (Azera, Croughlu, Khorasani, Danza del bastone, Daf, Kurdì, 2 danze Bandarì), 1 del folklore italiano e il gran finale composto di elementi di tutte le precedenti danze con i danzatori che indossano i costumi delle varie regioni di provenienza. Sullo sfondo saranno proiettate immagini che descrivono le caratteristiche e le particolarità di ogni regione. Le musiche iraniane sono tutte della tradizione, saranno su base preregistrata con le percussioni (daf, dammam) e suonate dal vivo dal Maestro Ramin Rahmi e i senj (cembali) suonati dagli stessi danzatori.
CURRICULA DEGLI ARTISTI PRINCIPALI DI VAZHIK
Nome: Hadi
Cognome: Habibnejad
Inizia ad apprendere le arti dello spettacolo nel 1999 quando entra al Liceo di Arti e Spettacolo. Dopo due anni di studio, prove ed esercitazioni entra a far parte di un gruppo di professionisti di Teatro e Danza. Fin dagli esordi ha sentito di poter dare di più con il ballo e per questo si è unito al gruppo di danza “HAREKAT” e con loro si esibisce nello spettacolo “Mire Eshgh”.
Sotto la guida della maestra Farzaneh Kaboli, apprende le danze popolari iraniane e la danza classica (balletto). In questo periodo, imparare ad eseguire direttamente sul palco e ciò gli consente di acquisire una maggiore consapevolezza dei movimenti e dello spazio in scena. Nell’anno 2003 entra all’università per studiare grafica, ma continua assiduamente anche la danza e collabora con compagnie teatrali e di danza a diversi programmi televisivi. Inoltre, dal 2006 al 2009 matura esperienze di assistenza alla regia per film e TV e grafica televisiva. Per quanto riguarda la danza, collabora con registi televisivi famosi quali Foad Saffarianpour e suo fratello Siavash, nonché con il regista teatrale Hadi Marzban.
Nel 2009 frequenta il corso di lingua italiana e si iscrive poi al corso di Grafica all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ma sentendo che la sua vita è soprattutto per la danza, già dopo pochi mesi dall’arrivo in Italia inizia a provare con un gruppo di ballerini iraniani, dedicandosi altresì alla coreografia e regia delle loro danze. Dopo 4 mesi di prove si esibiscono in due spettacoli a Giavera e a Firenze.
Qui di seguito si elencano alcuni dei suoi principali lavori nell’ambito della danza e della coreografia:
(omissis)
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14) Artistic Director and Choreographer of “Vazhik” Dance Company:
Name and surname : Hadi Habibnejad
Date and place of birth: 15/01/1983, Tehran (Iran)
Current address: Via Cesare De Lollis, 20 - 00185 ROME - Italy
Hadi Habibnejad began to learn the performing arts in 1999 when he entered the College of Arts and Entertainment (DOVE?). After two years of study, training and rehearsals, he joined a theatre and dance group of professionals. From the very beginning he felt that he could give more with dance. And that is the reason why he joined the dance company "HAREKAT" and with them performed in the show "Mire Eshgh"(DOVE? QUANDO?)..
Under the guidance of teacher Farzaneh Kaboli, Habibnejad learned the Iranian folk dances and classical dance (ballet). During this period, he learned to perform the dances directly on the stage and this allowed him to gain a greater awareness of movements and space on stage. In the year 2003, he entered the university (QUALE E DOVE) to study graphic design, but also continued assiduously to dance and worked together with theatre and dance groups in various television programs (CHE TIPO DI PROGRAMMI E SU QUALE TELEVISIONE). In addition, from 2006 to 2009 he worked and gained experience as assistant film and TV director as well as in television graphics(CHE TIPO DI PROGRAMMI E SU QUALE TELEVISIONE). As for the dance, he worked with famous TV directors such as Foad Saffarianpour and his brother Siavash, as well as with theatre director Hadi Marzban (DOVE E QUANDO).
In 2009 he attended an Italian language course and then enrolled in the university course of Graphic Design at the Academy of Fine Arts in Rome. But feeling that his life is especially for dancing, after a few months from his arrival in Italy he put together a company of Iranian dancers (now also including Italian dancers), devoting his time also to the choreography and direction of their dances. After 4 months of rehearsals, they performed in two shows, in Giavera and in Florence.
Some of his major works in dance and choreography are (omissis)
15)
Gentile xxxx,
è stato per me un vero piacere ascoltare ieri mattina su RAI 1 la Sua intervista. È stato come bere dell’acqua fresca e pura dopo un lungo cammino e sentire che non si è soli a pensare che la vera vita sia quella dello spirito e che ciò che chiamiamo vita (terrena) non è che un’esperienza del nostro spirito.
Mi ha colpito particolarmente ciò che Lei ha definito le “umane risorse”, ponendo l’accento, non tanto sulle risorse – benché assai importanti – ma su ciò che l’Uomo nella sua intierezza può contribuire al mondo avendo in sé una scintilla divina.
E mi ha colpito, altresì, quando ha detto riguardo al presente, che sì bisogna vivere, ma con uno sguardo lungo sul futuro del mondo, sul nuovo Rinascimento al quale contribuirà anche la bellezza.
L’ho immaginata, dunque, come un grande mecenate del Rinascimento italiano che si pone a tutela delle arti, della cultura e della bellezza, un po’ come il duca Federico da Montefeltro…sarà che le mie origini sono urbinati! Ed ecco che desidero parlarle di un progetto che mi sta molto a cuore.
Conosco un giovane coreografo straniero (ma anche danzatore, costumista, regista, grafico), Hadi Habibnejad, che spende tante delle sue energie per costruire un ponte umano e culturale tra l’Italia e altri paesi. È una persona davvero eclettica e volenterosa che ha messo insieme altri giovani come lui per contribuire con la loro arte all’avvicinamento dei popoli e non a scopo di lucro. La compagnia si chiama Vazhik, che in antico Farsi voleva dire “danza”. Si sono esibiti più volte in Italia, anche come singoli danzatori. Stanno da mesi preparando uno spettacolo di danze popolari persiane e italiane nel tentativo di trovare quel terreno comune a tutte le genti del mondo, al di là delle etnie e delle religioni. Le assicuro che è uno spettacolo bello e godibilissimo, ma loro non hanno sponsor e tutti i teatri a cui ci siamo rivolti a Roma hanno dei costi inaccessibili per loro che sono studenti.
Per darle un’idea degli spettacoli che mette in scena Vazhik le allego un DVD, una scheda della compagnia, il programma dello spettacolo e i curricula degli artisti.
Hadi Habibnejad vorrebbe esibirsi a Roma per il prossimo NowRuz, il Capodanno persiano che cade il primo giorno del mese di Farvardin, in una data corrispondente al 21 marzo del calendario cristiano, ovvero con l'inizio della primavera. In lingua Farsi, “now” significa "nuovo", “ruz" giorno. Ecco il tema della rinascita che ritorna. E non è forse di rinascita che ha bisogno questo mondo? NowRuz è una festa antica e preislamica, appartenente al vero popolo che abita da secoli immemori quelle terre.
Ma veniamo alla mia richiesta, se non la importuno troppo. Sarebbe interessato a sponsorizzare un loro spettacolo in un teatro romano per una sera o al massimo due sere? Hadi si occupa di tutto, persino dei costumi, che disegna, taglia e cuce in modo del tutto artigianale. In questo momento è alla ricerca di stoffe, ma come sa anche quelle hanno dei costi proibitivi per degli studenti. Avrebbe delle stoffe, fondi di magazzino, che non utilizza in nessun modo e che potrebbero servire per i costumi di 8 ballerini?
La compagnia Vazhik è disposta in cambio di una Sua sponsorizzazione ad esibirsi nella sua azienda, per Lei e per tutto il suo personale e operai, per i suoi familiari ed amici, una o due serate e gratuitamente.
Sono certa di non aver gettato un sasso nel vuoto perché nel Suo sguardo e nelle sue affermazioni ho letto una profondità che non vedevo da tempo.
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che vorrà dare a questa mia e al progetto di Hadi Habibnejad e, in attesa di un Suo cortese cenno di risposta, colgo l’occasione per esprimerLe i sensi della mia più alta stima.
16)
“IRANIAN DANCES AND FOLKLORE”
A Project by VAZHIK
A universal tool of communication
In 2010, a group of Iranian artists in Italy took the initiative to get together to spread culture, rich artistic traditions and dance of their country. Of all the performing arts, the group, which took the name of VAZHIK (being this the ancient pre-Islamic term meaning "dance"), decided to perform especially in the dance under the guidance of choreographer and dancer Hadi Habibnejad.
Of all the seven arts - eight with the cinema - dance was the first art developed by humans to communicate harmoniously and effectively, beyond verbal expression and despite the age of the individuals who practice it. This is why dance is not a representation of reality and nature, although dancers take inspiration from them and communicate in a universal way, without borders nor cultural barriers. Therefore, dance is an abstract art.
It is common knowledge that in Iran there is an ancient culture, which is a mixture of the traditions of the various ethnic groups inhabiting the territory from time immemorial. When we think of Iran, we associate it immediately with the magnificent Persian Empire, where even the emperor Valerian was defeated. But Persia is only a single reality of Iran, or better "Airan", i.e. the land of the Aryans which gave origin to the entire Indo-European culture.
In Iran there are various types of popular dances, depending on the region. The different forms and various dance patterns depend on the plurality of cultures of the country. In colder areas folkloric dance movements are more rapid and precise, while in warmer parts of the country the movements are slower, soft and graceful.
The inhabitants of mountainous areas do not dance in pairs and generally dance in a more limited space compared to those living in low-lying areas; their dances are characterized by a more dynamic gestures, while the inhabitants of the plains generally dance in pairs and in groups.
The dances and games with their different and meaningful names are very important in the history of music and entertainment of Iran. The dances always tell stories related to work activities, social events or local legends.
In Iran, next to the folk dances, there is the Iranian classical dance, an expressive dance that dates back to a hundred and fifty years ago, i.e. at the time of the Ghajar kings. It is a dance that comes from the North West of Iran Azari dances and was danced by girls for the king during the parties at court.
VAZHIK, aware that Iran is not a monolith, but a melting pot of various cultures, intends to represent and raise awareness of this plurality, because it believes that unity can be found in variety, not just in their own country, but also in Italy and all over the world, especially in these times of global economy crisis. Therefore VAZHIK aims to build a bridge with the rest of humanity and primarily with Italy, the country in which it is located and decided to include in its program some Italian dances reminiscent of the gestures and steps of the Iranian popular ones, such as the Sinfonia from "The Italian Girl in Algiers" by Gioacchino Rossini danced by way of folk dances of southern Italy.
Culture and art are for VAZHIK elements of aggregation and unity, true pillars of the peaceful coexistence that overcomes all barriers and boundaries.
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The group VAZHIK - which initially was called Danoush, meaning "immortal" – is a dance company of men and women. It is a collective in which everyone, in addition to dancing, follows a specific area of activity of the group under the leadership of the artistic director Hadi Habibnejad.
The group has performed in Italy at various events, including:
- 2010 Ritmi e Danze dal Mondo – Giavera (TV)
- 2010 Festival Jazzato a Firenze
- 2012 Benvenuti a Teheran – Spazio Teatro NO'HMA Teresa Pomodoro- Milano
- 2012 Suoni e danze per un viaggio verso il mondo di Rumi - Parco della Musica - Auditorium di Roma/Sala Sinopoli
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The group VAZHIK has often been the subject of television and newspaper articles.
Some of its videos and reviews can be found on the Internet at:
(omissis)
Details of the show
The show that Vazhik intends to produce consists of 10 dances, including 8 of the Iranian folklore (Azari, Croughlu, Khorasani, stick Dance, Daf, Kurds, 2 Bandari dances), 1 Italian folklore dance and the grand finale which consists of elements of all the above-mentioned dances with the dancers who wear costumes of the various regions of origin. In the background images that describe the characteristics and peculiarities of each region will be projected. The music belongs all to the Iranian tradition, will be pre-recorded with percussions (daf, dammam) played live by musicians and senj (cymbals) played by the dancers themselves.
17)
Gentile Signora xxx,
Gentile redazione di xxxx,
siamo una compagnia di danze popolari iraniane i cui membri sono tutti residenti in Italia. In occasione del Capodanno iraniano, NowRuz, che cade all’inizio della Primavera, ci piacerebbe moltissimo poter partecipare alla vostra trasmissione televisiva e non solo danzare per voi, ma anche illustrare alcune tradizioni del nostro Capodanno, a partire dal meraviglioso allestimento della tavola.
Per darvi un’idea della struttura della compagnia Vazhik e delle attività e curricula dei suoi componenti, vi allego una relazione sullo spettacolo in allestimento e dal quale si possono trarre delle danze da eseguire nel vostro programma.
Per ulteriori informazioni, Vi prego di contattare me o il nostro ufficio stampa e all’uopo elenco qui di seguito i nostri recapiti:
18) Samà: è una danza che deriva da una corrente dell’Islam Sufi risalente agli anni dal 900 al 1000. Giacché danzare era vietato dalla religione islamica, gli intellettuali islamici contrari alle alte gerarchie dei clerici, si riunivano in luoghi nascosti negli scantinati delle case per pregare. Nel pregare muovevano la testa e, con l’andare del tempo, vi unirono altri movimenti del corpo fino a girare su se stessi. Si giunse dunque ad una danza che univa i movimenti della danza sufi a quelli delle danze tradizionali dell’Iran. Nei primi decenni della sua diffusione, questa danza - come si è detto – si danzava di nascosto e, poiché i soffitti delle stanze sotterranee in cui si eseguiva erano bassi, tutti i movimenti venivano fatti con il corpo piuttosto accovacciato. Man mano la danza Samà si andò codificando. I gesti venivano diretti da una guida, un membro più esperto del loro gruppo di preghiera, che si poneva al centro di un circolo formato dagli altri. La guida è il tramite tra l’Uomo e Dio e gira su se stesso con un braccio rivolto verso il cielo e l’altro verso la terra. Il resto del gruppo prega girando in circolo intorno alla guida e al contempo girando su se stessi. Nel secolo XIII i poeti cominciano a scrivere poesie sufi.
L'aspetto musicale ed estatico del sufismo si chiama dunque Samà. Il Sufi durante il suo rapimento spirituale, rivolge l'attenzione del suo cuore a Dio attraverso movimenti particolari, spesso con una musica speciale e ritmica ripetendo lo zekr, cioè la giaculatoria. In questo stato di ebbrezza spirituale, il sufi è paragonabile all'innamorato per eccellenza che non ha niente altro nella sua mente fuorché Dio. Con tutte le sue facoltà è attento a Dio ed è totalmente distratto per tutto il resto e dimentico di sé. Non tutti i discepoli sono autorizzati ad impegnarsi nel Samà. Soltanto la guida spirituale decide dell'opportunità di tale pratica. Può perciò prescrivere il Samà come un vero e proprio rimedio o talvolta proibirlo.
Le danze rituali e le cerimonie religiose
La seconda corrente è una danza che ha origine dai riti e dalle funzioni sociali . Si tratta di danze mediorientali, di una parte dell’Afghanistan e di zone dell’ovest dell’ India, oppure di danze di popolazioni del Sud Est dell’Iran. Il documento più antico di queste danze è contenuto nel Racconto storico JAHANGOSHAI JOVINI del XIII secolo . Alcuni studiosi hanno rintracciato le origini di queste danze nei rituali e cerimonie degli sciamani. Benché questo discorso rientri in un ambito più vasto, si è scoperto che l’origine di queste danze, che sono animistiche, si debba a rituali per sconfiggere le malattie psichiche . Tali riti prevedevano la migrazione dello sciamano da un’anima all’altra nel tentativo di catturare e sconfiggere la parte malata e sostituirla con la parte buona di un’altra anima. Tutto ciò si svolgeva praticando delle danze dalle gestualità rituali. Queste stesse movenze sono infatti riscontrabili anche presso altre culture e gruppi etnici quali i mongoli, i tungusi siberiani, gli amerindi e alcuni gruppi etnici africani.
Le danze rituali locali
Si tratta di danze che venivano eseguite alle feste dei capi civili, re o famiglie nobili e, man mano che si andarono diffondendo all’interno delle corti e dei palazzi nobiliari, si allontanavano dall’originale che invece si danzava all’aperto tra la gente comune. Come tutte le altre arti popolari, queste danze traggono ispirazione dalla vita quotidiana, dal pensiero corrente, e dagli ideali estetici e gusto locale. La danza era per queste popolazioni un’esigenza del vivere, come mangiare e respirare.
POR KHANI
PORKHANI è un rituale ormai scomparso dell’altopiano dell’Iran orientale. È interessante notare che questa danza si fa senza musica, né strumenti, né canzoni. Perciò doveva esserci qualcos’altro che generava e dava il ritmo. Erano invece dei suoni gutturali a segnare il ritmo, a dare l’accento e l’armonia dei movimenti delle mani e dei piedi. Si eseguiva sia da in piedi che da seduti e pur tuttavia il nome significa letteralmente “pieno di canto”.
MOLOUDI KHANI
Si danza nel Golfo persico e nelle isole per una festività religiosa islamica. La melodia sulla quale si danza si chiama SAMAH, che ricorda quella della setta religiosa islamica Samà. Disporsi in circolo è assai importante per conservare l’armonia del gruppo di danzatori. La disposizione spirituale dei danzatori por khani è molto diversa da quella dei moloudi khani.
LE DANZE FOLKLORISTICHE
Cominciamo dalle catene montuose dell’ALBORZ.
GILAN: la danza del tipico maschio in Gilan si fa il dietro trionfale della latta e si suona ballabile con gli strumenti musicali come Surna(Horn) e Naccareh. Il ballerino mette le sue mani sul dosso e esegue la danza a trasporre i piedi che si chiama PABAZI(il gioco del piede).la danza del tipico femminile che si fa in questa zona di più si chiama GHASEMABADI. La ballerina prende due bicchierini in ogni mano che si chiama DAS SENJ. In realtà le busse dei bicchierini o gli strumenti metali creano il ritmo del ballerino. Oppure c’è un’altra danza del tipico femminile in questa zona che si fa con una lampada di olio con il nome “Danza della lampada”. La ballerina mette il fulcro della lampada sulla testa o sulle sue denti e poi comicia a ballare. La danza in Gilan è l’individuale di più.
SURNA NACCAREH
MAZANDARAN: Sama, Laksari Sama o Chakke Sama sono le danze più corrente in regione Mazandaran. Generalmente questa danza si fa individualmente e qualche volta pluralmente. Benchè è una danza femmine però talvolta, oppure i uomini praticipano in questa esercitazione danza.Laksari Sama è una danza veloce e appassionata che esegue con il vibro ondoso e verticale del corpo. Questa danza si fa senza figura variata e in applicabilità collettiva, i ballerini l’operano individualmente e senza relazione assieme. Chakke Sama ancorachè ed è attinente le catene montose delle Alborz, invece si usa il maggior casali montuoso e il piede del monte del sud delle Alborz.
KURDESTAN: la danza in Kurdestan si chiama HALPARKEH (Harire), un nome che in regione nord Khorasan con interpolare a una danza speciale si chiama. Invece Kurdistan è da quella zona che c’è la
varietà di danza. Le danza come Sechar, Gordian, Chapi, Fatapashai e Khanamiri sono certuni da questa totalità.
LORESTAN: anche in Lorestan ci sono tante varietà di danza. Oltre Shamshirbazi(la scherma) e Tarkebazi(una danza con il fruscolo) c’è un’altra danza come CHAPI in kurdistan.
BALOUCHESTAN: in Balouchestanle ci sono le danze come Dovlat, Chapzaboli, Danza Zaboli, Geranchap, Sechap, Kalampour,Chouchap, La danza Scherma e Dochoobe(due legni). La centralità di questi danza c’è a LANGAN. Oppure alla zona MIRJAVEH ci sono le danze Chap Sarhadi, Yeklat,Dolat e Selatche è vicino alla danza CHOUB BAZI(una danza con due legni).
AZARBAYJAN: In Azarbayjan le danze si fanno all’animazione e all’abilità che questa regolarità e abilità non si può trovare agli altri etni dell’altopiano Iran di più. I ballerini si dividono ai gruppi multiplo e poi nella recitazione onni ogno ognio rispetta il suo turno. L’esperto e l’agilità sono molti importanti. La danza YALALI racconta gli oggetti dello atorico,per la difesa del torneo da eventuale invasori , il senso del rischio(pericolo), tornarsi e fare l’unificazione per difendere. La “GHAYTAGHI” include i sinificati come perdere i divari dell’interiore, perendere l’editto della resistenza e collaborare con il capo, copulare per buttare i nemici, e salirsi sul cavallo per andare all campo di battaglia. Anche la “LEZGI” racconta gli oggetti come la guerra, il torneo con i nemici nella fronte,il coraggio e la prodezza,vincere, la verve per vincere, l’unificazione e l’adunamento.
KHORASAN: la gente di Khorasan dice la danza “CHOUB BAZI”(una danza con due legni) è una danza collettiva e movimentata e le sue pose raccontano la figura epica e bellica. Oppure c’è un’altra danza che racconta i fasi piantare il frumento. Dll’inizio ella fine e poi la celebrazione e ....
ASHAYER: In mezzo del clan Ashayer c’è una danza con il nome “ HELi” che esegue in tre parti e tre ritmi diversi. L’ultima sezione di questa danza si chiama “LAKI e KELVARI” che si fa velocemente con la fretta. Invece nella zona di BAKHTIARI oltre danza CHAPI ci sono due altri danze epiche che una si fa con il brando e un’altra con il fruscolo. La danza in BAKHTIARI si chiama TOSHMAL.
19) Le origini e l’evoluzione storica della danza
I. Breve storia della danza e delle sue raffigurazioni
Le prime danze di forma compiuta risalgono al Paleolitico, quando gruppi di adulti, disposti in cerchio, eseguivano danze legate ai temi della fertilità, della vita, della morte e dei misteri astrali. Con le prime culture tribali comparvero le danze mascherate e si svilupparono le civiltà totemistiche, che alle danze in circolo e di imitazione animale, aggiunsero le danze falliche. Le civiltà legate alla cultura della coltivazione della terra introdussero danze frontali e danze funebri, i bovari inventarono le prime danze in coppia, e presso i tardi coltivatori si praticarono danze a più circoli e danze a fronti opposti, di maschi da un lato e femmine dall’altro. Fu durante il Neolitico che la danza si evolse in varie forme, tutte, comunque, ispirate al rapporto maschio-femmina.
Con la civiltà egizia, la danza diventò arte codificata nel giro di due millenni. Inizialmente il popolo egiziano tese ad una sintesi dei fermenti del Vicino Oriente e delle correnti culturali dell’Occidente, successivamente produsse in maniera originale forme avanzate di espressione coreica. Gli egiziani usarono la danza per i funerali, per le feste e per le cerimonie pubbliche, facendola diventare loro elemento decorativo. Erano danzanti gli dei, i sovrani, i sacerdoti. I faraoni la utilizzavano per attrarre le masse verso le manifestazioni politico-religiose, che servivano ad affermare il loro potere. Durante il primo millennio avanti Cristo, in Egitto nacquero coreografie vere e proprie, classificate dalla cultura ufficiale quali:
danze lente, IBA;
danze saltate, KHEBET;
danze sincopate, KESKES;
danze mimate, TJENEF.
In Europa, verso la fine del secondo millennio avanti Cristo, la danza nacque in Grecia. I greci compirono una sintesi delle esperienze coreiche delle civiltà, indiana, egiziana e cinese. Le danze africane fornirono l’elemento della festosità, mentre le danze asiatiche suggerirono l’impostazione etico-religiosa. Dall’elaborazione di questi elementi nacquero le due tipologie di danza ellenica, dell’Ethos e del Pathos, e dalla cui fusione si generò la danza teatrale. La Grecia, comunque, non fornì molti elementi di novità rispetto ad altre civiltà. Nacque soprattutto una danza in linea con l’ideale di armonia, intesa come equilibrio permanente di spirito e corpo.
È nella lunga storia di Roma che non troviamo alcun posto d’onore assegnato alla danza, poiché il tipico razionalismo della cultura romana contrastava in pieno con il suo spiritualismo. I Romani utilizzarono quanto di meglio trovarono in giro per il mondo, ma con la danza non ebbero mai un buon rapporto. Attorno all’anno 200 a.C. la coreutica greca entrò nell’Impero e, contemporaneamente, venne recepita anche quella etrusca. La danza diventò importante per la vita pubblica e privata romana, e ne fu istituito il suo insegnamento. Con la caduta dell’Impero le forme coreutiche si impoverirono, e a partire dal IV secolo, ogni attività di teatro e di danza venne considerata immorale. Quando l’abitudine alla danza si affermò quale semplice divertimento, la condanna ufficiale della Chiesa non tardò ad arrivare, ma le popolazioni europee continuarono a danzare. Nel 398 il Concilio di Cartagine comminò la scomunica per coloro che assistevano a spettacoli teatrali nei giorni festivi.
Nel passaggio dallo spirito medievale alla cultura umanistica trecentesca, la danza d’evasione cominciò a rifiorire nelle corti italiane e francesi. Essa venne rivalutata quale forma vera e propria d’arte, e divenne segno distintivo delle classi nobili.
Dai balli di corte del Rinascimento italiano si generò la danza più antica, quella classica. Fu in Francia però che, nel Cinquecento, essa si sviluppò e si ufficializzò. Nel 1661 re Luigi XIV, il re sole, fondò l’Académie Royale de Danse, che abbandonava l’improvvisazione per seguire un codice teorico prestabilito. Nasceva il balletto classico, ed assieme ad esso nascevano i ballerini professionisti e le scuole di danza. Nel 1713 venne istituita l’Ecole de Danse de l’Opéra, mentre il musicista Jean Baptiste Lully, insieme al commediografo Moliére, fondavano la Comédie de Ballet. Sempre nel Settecento, il coreografo Pierre Bauchamp definì le cinque posizioni della danza classica, e vennero introdotti il tutù e le scarpette da punta. Le caratteristiche principali della scuola francese furono sempre quelle dell’eleganza e della grazia dei movimenti, contrapposte alla forza e alla tecnica dei ballerini italiani.
Nell’Ottocento l’influenza della scuola francese si allargò in breve in tutta Europa, e oggi rappresenta la base dell’insegnamento del balletto.
Ai primi del Novecento tale supremazia fu messa in discussione dalla corrente detta della “danza libera”, come si suole denominare l’insieme dei movimenti coreici che si sono svincolati dal balletto accademico, e che negli Stati Uniti hanno preso il nome di “modern dance”.
Innumerevoli sono le tracce che l’essere umano ha lasciato della sua arte coreutica.
Fin dalla preistoria la danza venne rappresentata nelle pitture, incisioni e graffiti rupestri in tutte le parti del mondo. Queste testimonianze artistiche denotano una tale immediatezza del linguaggio comunicativo visuale che Picasso, dopo aver visto le pitture rupestri, disse che tutto il resto era decadenza.
20) Il gruppo di danza tradizionale iraniana Vazhik è composto da un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia che nel 2010 ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di Vazhik (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio.
Vazhik, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere la ricchezza di questo patrimonio culturale molteplice.
21)
Nel 2010 un gruppo di artisti iraniani residenti in Italia ha deciso di fondere le proprie competenze per divulgare la cultura persiana, ricca di tradizioni artistiche e coreutiche. Il gruppo ha scelto il nome di VAZHIK (termine dell’antico farsi pre-islamico che significa “danza”) per esibirsi in spettacoli di danza sotto la guida del coreografo e danzatore Hadi Habibnejad.
In Iran esiste una cultura millenaria, sintesi delle tradizioni di varie etnie che da tempo immemore abitano il territorio. Quando pensiamo all’Iran, lo associamo immediatamente al fastoso impero persiano, ma la Persia non è che una delle varie realtà dell’Iran, o meglio “Airan”, cioè terra degli Ariani da cui trasse origine l’intera cultura indoeuropea di cui anche l’Italia fa parte. In Iran ci sono svariati tipi di danze, a seconda della regione. Le diverse forme e i vari modelli di danza dipendono dalla pluralità delle culture presenti.
VAZHIK, consapevole che l’Iran non è un monolite, ma un crogiuolo di varie culture, intende rappresentare e far conoscere questa pluralità, perché convinto che nella diversità si può trovare l’unità.
La cultura e l’arte sono per VAZHIK elementi di aggregazione e unità, veri pilastri della convivenza che supera ogni barriera e confine.
(Autore del testo e del titolo dello spettacolo: Dott.ssa Caterina CIUFERRI)
22)
La danza Bandari
La danza Bandari è una danza che si sviluppa all’epoca della tratta degli schiavi, cioè quando i neri vennero condotti attraverso il mare nel sud dell'Iran (Golfo Persico).
La parola " bandari " significa " gente del porto " e deriva dal vocabolo farsi “bandar”, cioè "porto" .
Per secoli la danza Bandari veniva ballata dai marinai, pescatori e operai del porto. Costoro, al termine della giornata lavorativa, si riunivano negli spiazzi aperti per allentare la tensione e la fatica del lavoro e per passare la serata in allegria.
La musica è ritmica e ballabile ed è accompagnata dal dammam, lo strumento a percussione principale delle feste del Golfo Persico e in generale del sud dell’Iran, una sorta di tamburo ricoperto da una pelle di capra; mentre la danza rievoca i gesti e le operazioni della pesca.
Oggigiorno la danza Bandari viene eseguita in occasione di celebrazioni e matrimoni.
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Testo a cura di Caterina Ciuferri
)Il nome di "DANZA" è un vocabolo che viene usato dopo l’invasione dell’Islam. I vocaboli come BAZI,VAZI,VAZIK e VAZHIK (VAJIK) sono presenti già anticamente nelle didascalie e nelle fonti della letteratura iraniana ma anche nella lingua parlata dalle genti delle varie regioni.
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La storia della danza dell’altopiano iraniano si può suddividere in tre periodi: il periodo primordiale (antichità), il periodo degli imperatori fino al dominio dell’Islam, e al periodo post islamico. Si tratta di danze che rievocano il lavoro, l’amore, il matrimonio, le feste dopo il trionfo, la danza per la caccia e molte altre, così come esistono un po’ in tutti i paesi del mondo. Oltre a queste danze, c’è la danza classica “Qajar” che ha avuto un periodo di grande popolarità nel Ventesimo secolo;
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. La danza Kurdi è una danza epica in cui le figure erette e la grazia rappresentano l’integrità della gente kurda considerata zelante da sempre. La danza Kurdi e la sua musica permettono al popolo kurdo di rimanere unito.
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Segue la Kurdi. La danza Kurdi si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra.
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Segue la Kurdi. La danza Kurdi si può dire che sia la danza più antica. L’Halparke o Kurdi inizialmente si faceva per la preparazione del corpo e per rafforzare l’energia del fisico e dell’anima, poiché la gente del Kurdistan iraniano viveva in una regione in cui da non molto lontano, provenivano gli echi di una guerra tribale; per questo motivo doveva tenersi pronta per difendere la propria terra.
Alcune delucidazioni:
- Il fazzoletto bianco significa pace e conciliazione tra tutte le etnie.
- Battere il piede in terra significa “questa terra è la mia patria”.
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Ma i passi e movimenti della danza Azari sono molto simili ad alcune danze folkloriche dell’Italia centro-meridionale.
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Quando Curoghlo va alla ricerca dei briganti per combatterli, portano la notizia a sua moglie che suo marito è morto ed ella si strugge di dolore per la grande perdita. Ma la notizia non era vera e, mentre lei danza il suo dolore, ritorna suo marito e festeggiano insieme questo trionfo
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Ogni danza ha dalle 12 alle 18 figure. Le figure rappresentano l’atto del cercare uno sfidante, cantare l’epica della battaglia, il gallo da combattimento, il volteggio di Mahmoudabadi
) Altra danza è la Azari: La vita del popolo dell’Azerbaigian iraniano è rintracciabile in questa danza. Si trattava di gente che viveva nelle città di montagna. Per questo i loro passi sono rapidi, sia per gli uomini che per le donne. In questo spettacolo il gruppo Vazhik racconta il dolore della perdita di Curoghlo, un mito importante per il popolo azero
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9- Il raccolto viene stivato
10- Le spighe vengono battute per separare il grano dalla pula
11- Setaccio
12- Il grano viene macinato
13- Preparazione dell’impasto e cottura
16- Festa e allegria per il raccolto. Questa è l’ultima figura in cui i ballerini si riuniscono in cerchio e benedicono
) Khorasani; una parte di queste si chiama Afar e rappresenta la coltivazione del grano in 18 figure:
1-Scelta della terra migliore. Mentre la mano sinistra si mette sul punto vita, la mano destra gira sopra della testa a significare che l’energia promana da Dio.
2- Semina: i ballerini, con i costumi coordinati, simulano con la danza la semina della terra.
3- Aratura
4- Copertura dei semi con la terra affinché gli uccelli non li mangino.
5-Solcare la terra per consentire l’irrigazione del campo
veloce delle piante ed un raccolto puntuale.
7- Attesa e sostegno alla coltura
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Un’altra danza che verrà rappresentata si chiama ChoobBazi (danza del bastone) perché il bastone è la prima arma usata dagli uomini per difendersi come nella storia di Rostam e Sohrab, due miti epici iraniani).
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)A seguire, Ghajar: è una danza che deriva dalla danza Azari( nord ovest dell’Iran). Si è sviluppata nei primi anni del XX secolo e riprende le danze del periodo Ghajar delle feste dentro il castello del re in cui le ragazze ballavano per il sovranoMietitura del raccolto
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Infatti, la parte finale del programma sarà una coreografia che unisce la danza iraniana e quella italiana, combinando queste due culture, lontane e solo apparentemente diverse.
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Le danze popolari sono soprattutto collettive ed ogni ballerino è parte integrante ed essenziale del gruppo. La danza ha in sé potenzialità con cui crea le nuove energie per scoprire orizzonti sconosciuti
) La storia della danza dell’altopiano iraniano si può suddividere in tre periodi: il periodo primordiale (antichità), il periodo degli imperatori fino al dominio dell’Islam, e al periodo post islamico. Si tratta di danze che rievocano il lavoro, l’amore, il matrimonio, le feste dopo il trionfo, la danza per la caccia e molte altre, così come esistono un po’ in tutti i paesi del mondo. Oltre a queste danze, c’è la danza classica “Qajar” che ha avuto un periodo di grande popolarità nel Ventesimo secolo
Lo spettacolo che il gruppo folkloristico iraniano Vazhik presenta nell’ambito del Festival di Musica e Danza Internazionale di Macerata è teso ad introdurre il pubblico italiano alle atmosfere e cultura di varie regioni dell’Iran e si prefigge lo scopo di costruire un ponte con il Paese che ospita questa ensamble di danzatori iraniani.
Infatti, la parte finale del programma sarà una coreografia che unisce la danza iraniana e quella italiana, combinando queste due culture, lontane e solo apparentemente diverse.
Le coreografie a cura di Hadi Habibnejad trovano un file rouge che vedrete svilupparsi in balletti che riecheggiano movimenti coreutici alla base di tante culture indoeuropee, in uno spirito di fratellanza che serve a creare un milieu comune di totale inIl gruppo Vazhik ha iniziato le sue attività artistiche nel gennaio 2010, avendo come obiettivo principale quello di mettere in scena le DANZE POPOLARI IRANIANE.
Dopo mesi di prova, ha portato in scena le danze Kurdi, Sama, Khorasani e Dayere (che rappresenta l’interazione fra il sole e la luna). Le stesse danze sono state eseguite nel 2010 nelle città di Firenze e Veneziategrazione a superamento di ogni differenza e divisione
Desideriamo ringraziare Tutti coloro che hanno contribuito in vario modo alla realizzazione e al successo nel nostro spettacolo. —
Il nome di "DANZA" è un vocabolo che viene usato dopo l’invasione dell’Islam. I vocaboli come BAZI,VAZI,VAZIK e VAZHIK (VAJIK) sono presenti già anticamente nelle didascalie e nelle fonti della letteratura iraniana ma anche nella lingua parlata dalle genti delle varie regioni.
Il tema della distanza come tensione è infatti un elemento fondamentale e ricorrente nella riflessione estetica e nella produzione artistico-letteraria del novecento.
Sezione:
Culture & Music
Hash MD5:
ZTDEXauMNzXFTdHMzD0Gpw==
Stato: Registrato e certificato dal notaio
Link alla Ricevuta della Registrazione:
Copyright ID# DEP635211683671060438
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